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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Il parco botanico di Gambarogno

PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

Tra Piazzogna e Vairano – nella Riviera del Gambarogno – sul dosso di una collina che sembra tuffarsi nel lago, il vivaista Otto Eisenhut ha creato negli anni cinquanta del 1900, su una superficie complessiva di oltre 20 ettari, un parco che contiene una delle più importanti collezioni a livello mondiale di magnolie (circa 600) e di camelie ( un migliaio), oltre a peonie, azalee, rododendri, glicini ed hemerocallis. Una parte della collezione deriva da donazioni del famoso Sir Peter Smithers, creatore del giardino di Morcote e una parte venne acquistata negli Stati uniti trasportando le piante (acidofile per lo più) con un processo singolare di congelazione che ha visto la ripresa di più del 90% della vegetazione!
Dall’ inizio del 2000 il parco è gestito dalla fondazione “Parco botanico del Gambarogno” che assicura la continuità di questa preziosa offerta paesaggistica, botanica e culturale.
Accanto al parco si trova il vivaio che vende molte delle specie e varietà che si possono ammirare nel parco.

La stagione migliore per visitarlo è inizio primavera quando si può godere della fioritura delle magnolie e dell’inizio delle camelie: è davvero molto suggestiva la visione delle tante tonalità dal bianco perlaceo, al rosa chiaro al rosa accesofino al porpora e ai tanti gialli dei fiori di magnolia.

Ecco una galleria di immagini

PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

PARCO BOTANICO GAMBAROGNO: angoli molto suggestivi

PARCO BOTANICO GAMBAROGNO: uno dei percorsi

PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

PARCO BOTANICO GAMBAROGNO: bellissimo affaccio sul lago

Ecco alcune delle piante incontrate nel percorso

CAMELLIA FAWN PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

CAMELLIA TOMOWOW PARK HILL PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

DAPHNE BHOLUA PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

EDGEWORTHIA CHRYSANTHA RED DRAGON PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

EXOCHORDA THE BRIDE PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

EN GAIA PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

MAGNOLIA PSEUDOKOBUS KUBUSHI-MODOKI PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

MAGNOLIA TINKERBEL ROSSO SCURO PARCO BOTANICO GAMBAROGNO

 

Il mio giardino a Laveno in aprile

Colori accesi: fioritura Loropetalum chinense in contrasto con i toni rosso aranciati dell’acero giapponese che poi avrà foglie verdi e in autunno rosso porpora

profumatissimi gli anemoni Paper white

Delicata e generosa fioritura di Buddleja farreri, diventata gigantesca

Adoro l’arancio del Messico, qui con foglia gialla: Choisya ternata ‘Sundance’

e a foglia verde

 

Magnolia soulangeana

Nel bosco grandi macchie di Iris japonica

Un parco dedicato alle donne nell’area ex scalo di Porta Vittoria

La planimetri del parco 8 Marzo

Avevo già parlato del nuovo parco che sorge nell’area dell’ex scalo di Porta Vittoria https://www.giardininviaggio.it/un-nuovo-giardino-sta-nascendo-a-porta-vittoria-a-milano/.

Ora sono tornata a visitare il parco 8 Marzo che è stato completato nella sua prima parte fino a via Cervignano. Un parco lineare bello e ben disegnato con molte aiuole, alberi, lunghe sedute, tanti spazi per il relax e la lettua e angoli per il gioco dei bambini. Nulla da dire sugli accostamenti delle tante aiuole che contengono un bel mix molto vaporoso e leggero di arbusti e di perenni, con scelte molto azzeccate per quanto riguarda la tolleranza al secco (vedi le tante Stchys byzantina, la Choisya ternata ‘Sundance’, i Teucrium). Quello che mi lascia un pochino perplessa è la manutenzione che questo tipo di aiuole richiede e che a Milano sicuramente scarseggia (basta guardare lo stato in cui sono i nostri spazi verdi).
Infatti già ad aprile le aiuole erano piene di infestanti e nel corso della stagione sarà sempre peggio. Ho trovato molto più realistico l’intervento di viale Argonne che ha solo alberi ma tanti luoghi di fruizione! (ne ho parlato nel post https://www.giardininviaggio.it/un-nuovo-giardino-a-milano-inaugurato-con-il-primo-tratto-della-m4/).

Riporto una breve descrizione tratta dal sito del Comune

“Questo nuovo asse verde è pensato e progettato per offrire ai visitatori e alle visitatrici una molteplicità di spazi aperti con caratteristiche diverse: da quelli attrezzati per la ricreazione e la convivialità, più raccolti all’interno del parco, a quelli per il gioco dei bambini e delle bambine, o dedicati al relax, alla lettura, alla ginnastica dolce. In una superficie complessiva di circa 28.000 m2, sono stati piantati 400 alberi di diverse specie che si aggiungono alla quercia spontanea già presente, quasi 2.500 rose e oltre 4.800 arbusti da fiore e sempreverdi. Colombo costruzioni ha agito quale general contractor nella realizzazione del Parco. I tracciati in cemento drenante di varia finitura, colore e formato sono alternati ad aiuole con piantagioni erbacee ed arbustive di diversa tessitura, dimensione e colore. Per assicurare tranquillità ed intimità al Parco, affacciato per tre lati su strade carrabili, è stata concepita una separazione fisica, una ‘protezione’ rispetto al traffico circostante costituta da una duna che si sviluppa lungo via Monte Ortigara.”

Ecco alcune immagini

Uno scorcio delle aiuole

Il rain garden

Uno dei percorsi in cemento drenante

La piccola duna che protegge il parco dai rumori del traffico

Uno dei portali in corten e la lunghissima panchina

 

Quadrilatero: una piccola piazza fiorita nel centro di Milano

 

Piazza Quadrilatero, Milano

Non conoscevo la nuova piccola piazza ‘Quadrilatero’ che è stata creata per Portrait (brabd alberghiero della famiglia Ferragamo) dall’arch. De Lucchi. Un luogo che era prima inaccessibile e che unisce corso Venezia e via Sant’Andrea, oggi ospita oltre a tanti negozi del lusso alcune grandi aiuole sinuose con camelie, magnolie, canfore e piccoli arbusti.

Ecco alcune immagini

Piazza Quadrilatero

Piazza Quadrilatero

Piazza Quadrilatero

 

Punto rosso… e a capo. I dipinti floreali di Annarosa Serafini

Annarosa Serafini

Una piccola mostra a Reve, bello spazio di via Disciplini di Roberta Vancini dedicato a fiori e molto altro.

Un’artista bolognese piena di grazia e creatività che ha presentato i suoi ultimi lavori a olio, tessuti e filo rosso.

Ecco alcune immagini

Annarosa Serafini

Annarosa Serafini

Annarosa Serafini

Annarosa Serafini

Annarosa Serafini

Annarosa Serafini

Villa Maser, gioiello del Palladio, rinasce per le prossime generazioni grazie ai fondi del PNRR

Il prospetto della Villa con alle spalle il Bosco. Crediti Villa Maser

Il 13 aprile si è svolta a Villa Maser la conferenza stampa di presentazione degli interventi di conservazione e valorizzazione in fase di avvio, resi possibili dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR-M1C3, Ministero della Cultura (Unione Europea, NextGenerationEU*), per un importo di 2 milioni di euro. Il progetto – frutto di una equipe multidisciplinare guidata da Paolo Faccio, Progettista e Coordinatore Generale del Progetto, Professore Ordinario di restauro presso lo IUAV di Venezia, e composta tra gli altri da Annachiara Vendramin, Progettista e Direttore dei Lavori della componente vegetale, agronomo del paesaggio e Andrea Di Lenna, Coordinatore delle attività di valorizzazione del Progetto, Professore di Organizzazione all’Università di Padova, si è aggiudicato il 9° posto nella graduatoria delle 813 proposte ammesse a valutazione di parchi e giardini storici.
(PNRR AllegatoA_Graduatoria (1) ; AllegatoB1_CentroNord (1); AllegatoB2_Sud (1))

Il gruppo di progetto e il proprietario della villa durante la conferenza stampa condotta dalla giornalista Elena Giordano. Foto Laura Pirovano

Ospite della giornata Vittorio Dalle Ore, proprietario della Villa che ha aperto ai giornalisti presenti le parti anche più intime e private della villa facendo loro ammirare le meravigliose stanze affrescate da Paolo Veronese.

Stanza di Bacco con gli affreschi di Paolo Veronese e i mobili disegnati da Tomaso Buzzi negli anni trenta del Novecento. Crediti Villa Maser.

Il PNRR è davvero una occasione unica per il prezioso patrimonio italiano dei giardini storici e fa piacere notare come il settore professionale degli architetti, dei paesaggisti e degli agronomi abbia saputo cogliere con tempestività e con proposte innovative questa sfida!

Il Ninfeo di Villa Maser. Crediti Villa Maser.

Villa Maser – conosciuta anche come Villa Barbaro – è uno dei complessi più interessanti tra i progetti di Palladio e, con i suoi 200 gli ettari di pertinenza, di cui 100 ettari a bosco, il resto a vite e in parte a uliveti, rappresenta davvero un unicum. L’intervento finanziato dai fondi del PNRR M1C3  riguarda la conservazione della parte architettonica e impiantistica (sistema idraulico palladiano, uso della risorsa idrica in modo funzionale; restauro del Ninfeo, straordinaria macchina idraulica e dell’apparato decorativo con materiali bio-eco compatibili e sostenibili). La componente arborea della Villa – il Bosco, formato da conifere, cedri, un antico cipresso, lecci, tassi e altri alberi di pregio e lo scenografico viale di tigli – con un’attenzione particolare per gli esemplari più antichi, sarà curata e integrata con altri elementi vegetali che saranno goduti dalle future generazioni. Saranno restaurati e rinnovati, con l’introduzione di piante e fiori particolarmente amati fra il Cinquecento e Seicento, anche i giardini progettati negli anni trenta del Novecento da Tomaso Buzzi (il giardino delle rose e altri tre giardini con serre, limonaia e vasca e una straordinaria galleria di carpini, tipica dei giardini veneti). L’area dell’ex maneggio, descritta da Palladio come un frutteto e un orticello, ospiterà orto e frutteti con l’inserimento di piante di frutti nani, antichi e di piante officinali, mentre i prati verranno arricchiti dal punto di vista floristico e aromatico.

Schema degli interventi proposti nel progetto. Crediti Villa Maser

Una delle gallerie di carpini appena rinnovata. Foto Laura Pirovano

Particolare del Giardino delle rose. Foto Laura Pirovano

Uno dei giardini opera di Tomaso Buzzi con uno splendido gioco di pavimentazioni. Foto Laura Pirovano

Annachiara Vendramin così ci ha raccontato la filosofia progettuale dell’intervento sulla componente vegetale: “Per un agronomo, per un paesaggista, è un privilegio poter contribuire alla rinascita di Villa di Maser, anche attraverso la valorizzazione delle componenti arboree di grande valore e la reintroduzione di fiori e piante rare. Il lavoro sarà molto articolato: il giardino storico sarà riqualificato in un’ottica di sostenibilità ambientale; saranno restaurate le pavimentazioni. Sarà recuperato il frutteto, con la messa a dimora di piante di frutti nani, antichi, e di piante officinali; anche il boschetto retrostante sarà riqualificato. A Villa di Maser vivranno insieme e dialogheranno due linguaggi, quello voluto da Palladio e quello impresso negli anni Trenta del secolo scorso dall’architetto Tomaso Buzzi e da Maria Teresa Parpagliolo Shephard, per volere della proprietaria di allora, Marina Volpi di Misurata. Pregevoli curiosità attireranno l’occhio del visitatore attento, come i vasi di terracotta che riporteranno le cifre MM, esattamente come un tempo”.

 

 

Editoria e giardini 2023


Il Salone del Libro Editoria & Giardini ritorna dal 27 maggio al 4 giugno nella splendida cornice di Villa Giulia a Verbania. Organizzato dal Comune di Verbania in collaborazione con l’Associazione Libriamoci e l’Associazione Verbania Garden Club, con la partecipazione di Enti e Associazioni, Editoria & Giardini è l’unico salone italiano del libro dedicato al giardino, un evento di portata nazionale che vede confluire a Verbania studiosi, addetti ai lavori o semplici appassionati per partecipare alle diverse iniziative in programma.

Sarò presente giovedì 1 giugno alle 0re 15 per presentare il mio nuovo libro GIARDINI D’OMBRA, edito da Libreria della natura: una rilettura completamente aggiornata e rivisitata di un tema che ho già affrontato più di 15 anni fa.

Saranno circa 3.000 titoli provenienti da oltre 400 editori che presenteranno il giardino nei suoi vari aspetti: dall’architettura alla botanica, dalla fotografia all’arte, dalla storia alla letteratura, con una sezione speciale dedicata al tema dell’anno.

Ci sarà anche una mostra di fotografie della cara amica Flavia De Petri dedicate al Giardino di Pia Pera.

La 16° edizione della rassegna avrà come tema “Il giardino che accoglie”. Il giardino è la stanza verde di una casa dove accogliere  gli ospiti tra  colori e i profumi e dove il giardiniere  può orgogliosamente mostrare il proprio lavoro. I grandi giardini pubblici vivono grazie ai visitatori e il tema dell’accoglienza diventa strategico per la loro sopravvivenza e sostenibilità. Intorno a questo tema si svilupperà un programma ricco di proposte che comprenderà, oltre alla consueta mostra-mercato dei libri, numerosi eventi collaterali (convegni, presentazioni editoriali, incontri, laboratori per bambini, mercatini e mostre a tema), anche in luoghi diversi della città e dei comuni limitrofi e in collaborazione con Enti e Associazioni Culturali come il Museo del Paesaggio, i Giardini Botanici di Villa Taranto, l’Associazione Gabaré e la Società dei Verbanisti OdV. Il ricco programma, le numerose collaborazioni di Enti e Associazioni, la partecipazione di esperti e studiosi, fanno di Editoria e Giardini un evento corale del territorio, un’occasione di incontro, studio e valorizzazione del paesaggio e dei giardini.

Segreteria Editoria e Giardini

Tel. 0323 542261 – 0323 542204 www.editoriaegiardini.it   editoriaegiardini@comune.verbania.it

Anteprima Orticola 2023

“Il mondo vegetale che a noi sembra così pacifico, dove tutto appare accettazione, silenzio, obbedienza, è al contrario il luogo dove la rivolta contro il destino è la più veemente e la più ostinata”.
Questa frase è tratta da “L’intelligenza dei fiori”, libro del 1907 di Maurice Maeterlinck, Premio Nobel per la Letteratura quattro anni dopo, ma era già presente molto tempo prima nel pensiero di Linneo e Charles Darwin.
E l’intelligenza dei fiori è il tema di Orticola 2023.
La prima cosa che ci colpisce è la bellezza del fiore, ma i fiori non sono solo ornamento, sono l’organo riproduttivo di molte piante che riescono ad attrarre gli insetti impollinatori e a guidarli, come Salvia sclarea che si è evoluta in modo da evitare l’autoimpollinazione oppure Dactylorhiza incarnata che attira l’insetto e riesce a
fargli depositare il polline esattamente nel posto giusto!
Le piante e i fiori sono quindi intelligenti, capaci di adattarsi, di crescere, di moltiplicarsi.
Orticola 2023 vi invita a visitare la mostra con “occhi nuovi”, cercando di cogliere per ciascuna pianta le sue strategie, le sue tecniche, le sue modalità di nutrimento, perché la bellezza è effimera, mentre dell’intelligenza non ci si stanca mai e questo aiuterà tutti noi ad avere più rispetto per la natura!

I vivaisti “new entry”
L’Azienda Agricola Andrea Pagani
di Lestizza in provincia di Udine, è gestita da un giovane e competente giardiniere che progetta, realizza e cura giardini e aree verdi e a maggio presenta la sua ricchissima collezione di querce, forse la più ricca di Europa, che riproduce direttamente da seme.
Il vivaio Gardenesque giardini eclettici di Andrea e Simone da Monteu da Po (Torino) approda in mostra con una scelta di piante ornamentali perenni e annuali, arbusti, rampicanti, ma anche kokedama.
La Rosa del Borghetto,
nasce nel 2007, è un vivaio specializzato nella coltivazione di rose antiche e moderne e ad oggi propone oltre 400 differenti varietà. Il vivaio ha sede nella collina di Prepo a Perugia. A Orticola presenta in anteprima ‘Perugino’, nuovo ibrido esclusivo di rosa, commemorativa del 500simo della morte del divin pittore.
Da Pietrasanta, in provincia di Lucca, proviene il Vivaio Corazza di Lucia Cortopassi. Fondato nel 1995, produce piante insolite provenienti da tutto il mondo.
(Dal Comunicato stampa)
MOSTRAMERCATO_ORTICOLA_2023_05

Da oggi fino al 21 aprile i biglietti d’ingresso, acquistabili solo on line, sono scontati!

Michael Jacob interviene alle conferenze del Gruppo Giardino Stoico di Padova 2023

 

Il tema dell’edizione 2023 del ciclo di incontri del Gruppo giardino storico è il rapporto tra paesaggio ed energia (https://www.giardininviaggio.it/paesaggio-ed-energia-il-tema-del-xxxiii-corso-di-aggiornamento-sul-giardino-storico-e-sul-paesaggio-contemporaneo-del-gruppo-giardino-storico-universita-di-padova/).

Michael Jacob, Haute École du Paysage – d’Ingénierie et d’Architecture HEPIA di Ginevra, Università di Grenoble, Politecnico di Milano – ha tenuto una conferenza davvero straordinaria dal titolo ‘Paesaggio pro e contra’.

Alcuni titoli recenti dell’autore: ‘Le origini tecnologiche del paesaggio’, Lettera 22, 2022 (dove si illustra il concetto del paesaggio come frutto di una serie di tecnlogie moderne) e ‘La finta montagna’, Silvana ed, 2022 (lettura critica delle montagne artificiali dal Monte Parnaso alle montagnette nei giardini barocchi fino al parco ottocentesco  Buttes-Chaumont di Parigi).

Un intervento molto originale, profondo e ricco di tantissime suggestioni, che non è facile sintetizzare. Provo solo a indicare alcuni concetti e credo che la cosa migliore sia andare alla fonte leggendo alcuni degli scritti di questo personaggio così eclettico e profondo conoscitore della letteratura, dell’arte e della storia del paesaggio.

La religione della natura esprime il desiderio anche esagerato della natura nella nostra società (vedi le piante intelligenti).
Interessante anche la negatività del paesaggio: a volte per vedere il paesaggio e incorniciarlo si distrugge la natura e in questo si coglie l’ambiguità del paesaggio.

Il paesaggio europeo ha una origine pittorica e fino al 1750 il paesaggio viene identificato con un genere pittorico.
In primo luogo Paesaggio come rappresentazione artistica di un ritaglio di natura.

In secondo luogo Paesaggio esperito, che esiste solo nella mente di chi lo percepisce: dal 1750 paesaggio come fatto mentale.

Con Monet entra in crisi questa rappresentazione del paesaggio, è quasi la morte del paesaggio. Un esempio le ninfee dove il paesaggio non è quasi più riconoscibile: si esce dalla riconoscibilità della natura per entrare in una sfera astratta, come nell’ Albero grigio del 1912 di Mondrian.

Albero grigio, Piet Mondrian, 1912

Nel paesaggio esperito c’è da domandarsi se i paesaggi esistono veramente oppure solo nella nostra mente.; esistono le pitture e le fotografie, ma il paesaggio?
Si tratta in questo caso di una identità non durevole, non stabile, con una incerta identità: il paesaggio come evento estetico sfugge alla stabilizzazione.
In terzo luogo il paesaggio della tecnologia, la tecnologia dello sguardo. 
Dalle finestre – trasparenza e ostacolo – che ci permettono di inquadrare il mondo circostante. Nel Palazzo ducale di Urbino le finestre sono una astuzia architettonica per inquadrare il mondo in modi differenti. Al ‘velo reticolato’, dove  la finestra è uno strumento per vedere meglio e per poter rirprodurre il paesaggio. La finestra diventa uno strumento ottico per controllare il mondo.

Nel turismo per vedere il paesaggio occorrono dispositivi per andare in alto, es dal pallone aerostatico.
In una parola quando ammiriamo il paesaggio, siamo il frutto dell’evoluzione di tutte le tecnologie dello sguardo (dal velo reticolato, alla cinepresa fino al cellulare).

Il fatto di conferire stabilità temporale a questi fenomeni di percezione di paesaggio è il risultato di una tradizione europea che vuole fissare il mondo, mentre l’immobilità è una finzione.

Con quale dispotivio guardiamo il paesaggio?

 

 

 

Kate Cullity inaugura le giornate di studio della Fondazione benetton dedicate al Fuoco. Febbraio 2023

Giardino effimero presentato al Festival di Chaumont nel 2004 dal titolo ‘Fire stories’

Ho sempre seguito a distanza i lavori dello Studio australiano TCL-Taylor Cullity Lethlean e mi ricordo in particolare il loro giardino effimero presentato al festival di Chaumont sur Loire nel 2004 (una delle più intriganti edizioni a mio ricordo). Perciò ero molto ansiosa di ascoltare la relazione di Kate Cullity che ha inaugurato le Giornate di studio 2023 della Fondazione Benetton dal titolo ‘Dalla parte del fuoco. Riti, visioni, pratiche di coltivazione nel paesaggio‘ (le relazioni delle due giornate 23 e 24 febbraio si possono riascoltare sul canale youtube della Fondazione al link https://www.youtube.com/@fondazione_benetton/streams).

Lo studio TCL, con sede a Melbourne e ad Adelaide, ha nella sua filosofia progettuale – come ha illustrato con la consueta competenza e chiarezza Anna Lambertini – un forte elemento poetico, una grande attenzione alla vita urbana contemporanea e la presenza di pratiche artistiche; inoltre si occupa anche del valore che anche azioni effimere possono avere sul piano educativo e sperimentale. Infine va sottolineata una grande attenzione alle pratiche della tradizione australiana delle origini, come quella del fuoco per il controllo e la cura dei sistemi forestali.

Il titolo della relazione di Kate Cullity ‘Cultivated by fire’.

Ecco alcune delle sue riflessioni in estrema sintesi.

La vegetazione australiana ha grande capacità di sopravvivere al fuoco, i semi si adattano al calore estremo e ne vengono rafforzati dischiudendosi poi piano piano. ‘L’Australia ha bisogno del fuoco, ma non lo ama!’ E per combattere gli incendi sono fondamentali le pratiche degli aborigeni che agiscono da prevenzione degli incendi distruttivi con la pratica dei fuochi controllati.

Nell’installazione del 2004 a Chaumont l’idea è stata quella di esprimere la forza caotica e ordinativa del fuoco: la scena con tronchi carbonizzati su un letto di mattoni frantumati e germogli rigenerati dopo il fuoco.

Nel museo ‘Inserted Forest Galery’ di Melbourne lo studio ha progettato un racconto della foresta con la piantagione di circa 2000 alberi di alto fusto attraverso una rappresentazione ibrida (reale e simbolica) delle specie attuali e del passato.

Alla IGA di Berlino del 2017 TCL ha progettato una installazione permanente chiamato ‘Cultivated by fire’.

Dopo il gigantesco incendio del 2003 che aveva devastato il National Arboretum di Canberra lo studio vincitore di una competizione internazionale ha progettato un intervento ispirato agli incendi creando una serie di foreste coniugando estetica ed ecologia

Nel 2021 per il Nature Festival di Adelaide il progetto ‘Fire circle’, una installazione multimediale con sculture, poesie, video tutta dedicata alla ‘sublime qualità del fuoco’, che non è solo distruttore ma anche rigeneratore.

Un grande intervento quello di ‘Wide brown land’ con una serie di terrazzamenti in cui gli abitanti sono stati invitati a piantare alberi: un lavoro che ha coinvolto scienziati, esperti, forestali e comunità locali.

 

Giardini in viaggio Laura Pirovano