Nella bassa pianura padovana si trova il complesso Cittadella Vigodarzere, frutto di ripetuti interventi del veneziano Giuseppe Jappelli a partire dal 1816 e protrattisi fino agli ultimi anni di attività dell’architetto morto nel 1852. Un esempio davvero affascinante di giardino paesaggistico con un itinerario molto interessante attraverso un bosco con leggere ondulazioni, tra le quali a sud-est sono visibili resti di colonne e statue a simulare rovine. A nord le leggere ondulazioni si fanno molto pronunciate e nel bosco si intravede la bocca rocciosa di un tunnel che conduce verso il laghetto dalla forma frastagliata: bellissimo, molto naturale nella sua forma e nelle sponde, mi ha richiamato alla mente i tanti laghetti dei giardini di passeggio giapponesi.
Ecco alcune immagini
La grande radura di prato circondata da alberi secolari
Percorso nel bosco
Il laghetto un angolo di grande fascino e suggestione
Sullo sfondo il piccolo chalet posto sulla penisola che sfocia nel lago
La cappella gotica
Molto affascinante il passaggio dalla cappella alle misteriose atmosfere del bosco
La lunga pergola nel giardino davanti all’edificio
Con la Scuola Arte&messaggio e l’Associazione VerDiSegni a fine ottobre ho fatto un bel giro verso il Delta del Po fermandoci poi a visitare un paio di giardini tra Vicenza e Padova.
Molto affascinanti i paesaggi anche o forse soprattutto con la pioggia e il cielo nuvoloso! Una sosta anche a Chioggia, piccola ma deliziosa.
Macchie di Salicornia alla stazione Foce di Comacchio
Uno dei casoni, edifici caratteristici per la pesca dell’anguilla. Stazione Foce Comacchio
Comacchio
Passeggiata sulla passerella nella pineta del Parco botanico di Porto Calleri, all’interno del Parco regionale del Delta, che ha lo scopo di conservare e far conoscere un ambiente naturale unico. Superficie di 44 ettari
Parco botanico Porto Caleri una delle aree con la vegetazione delle sabbie
Per approfondire Porto Caleri https://www.parcodeltapo.org/centri-visita-dettaglio.php?id=352
Anche questo ottobre ho partecipato alla Giuria della Tre giorni per il giardino al Castello di Masino. Il nostro gruppo ha premiato per l’esposizione più educativa I fiori della Barisella, per la cartellinatura particolarmente visibile ed esaustiva, la bellezza dell’esposizione e la ricerca botanica. Abbiamo poi segnalato come meritevoli per chiarezza espositiva altri vivai, come GUIDO AGNELLI, MAURIZIO FELETIG, VEIMARO. Abbiamo segnalato, in particolare, PAOLO POZZO per l’uso del QR Code, pratica da incentivare. Una menzione per l’Istituto Gae Aulenti, per l’installazione educativa realizzata con alberi da frutto destinati al macero, utilizzati per l’interessante corso di potatura svolto dagli stessi studenti.
Ecco alcune piccole scoperte
Actinidia arguta autoferile, piccolo kiwi molto fruttifero
Buddleja nana
Bellissimo e gigantesco Aster tataricus
Stuenda, a fioritura tardiva e più contenuta di dimensioni Hydrangea paniculata Framboisine
Ceanothus Tuxedo, da Nifantani che aveva moltissime piante insolite
Mahonia ‘Volcano’ da Nifantani
euphorbia miners meriot
Amsonia ed heuchera
Straordinaria collezione di pomodori del vivaista tedesco Michael Schick (oltre 930 varietà!)
‘Giardinieri per un giorno’: sabato 30 novembre dalle 9 alle 13. Argomento: Le potature. L’argomento piace fin troppo: pare che più della pianta interessi sapere come e quando potarla. Messa così, non depone a favore del futuro del pianeta. E una mattinata non sarà certamente sufficiente per imparare a potare ma noi speriamo che basti almeno per dissuadervi dal farlo se non sapete perché lo fate.
E’ necessario iscriversi con una mail a info@cascinabollate.org Numero massimo: 30 persone. La visita è aperta a tutti, tranne cani e bambini/ragazzi sotto i 18 anni (ci spiace, sono le regole d’ingresso in galera). Per arrivare con i mezzi o in auto, le istruzioni: https://www.cascinabollate.org/dove-siamo/
E’ un carcere: occorre portare un documento. E lasciare il telefono a casa o in auto. Se arrivate con qualche minuto di anticipo, meglio: le procedure per l’ingresso saranno più fluide per tutti. Grazie!
Di qui a Natale, i primi 10 che sceglieranno sul catalogo on line una delle nostre nuove piante avranno in regalo una seconda pianta (dello stesso prezzo) a loro scelta. Si intuisce facilmente quali sono: sulla foto hanno l’etichetta arancione NUOVA… Non ci sarà una graduatoria ufficiale né un notaio a certificare i primi 10: la fiducia reciproca migliora la vita, soprattutto in tempi in cui la diffidenza è sovrana.
Grazie al PNRR
E’ stato possibile il resturo del bochetto romantico di Villa La Rotonda a Vicenza, capolavoro del Palladio e patrimonio Unesco del 1994.
Il progetto di restauro è stato concepito da Filippo Giustiniani, ingegnere esecutore del progetto, Annachiara Vendramin, agronoma che lo ha affiancato per la mappatura, conservazione e restauro della parte legata alla botanica e alla biodiversità. Il progetto di restauro paesaggistico del giardino della Rotonda è un progetto conservativo, filologico, che consentirà la fruibilità del parco in sicurezza e con un’attenzione particolare all’inclusività. In particolare, gli interventi sono stati rivolti al ripristino delle viste, per ricomporre i cannocchiali prospettici, occultati dal boschetto ad ovest e dal viale di faggi ad est che ha interrotto il rapporto visivo tra la villa e il paesaggio agricolo. A tal fine il boschetto, di origine fine ottocentesca, con un’estensione di oltre un ettaro, è stato censito (circa 250 alberi) e classificato dal punto di vista botanico dei suoi esemplari arborei. Ne è emerso che numerose sono le specie esotiche quali il Bagolaro americano (Celtis occidentalis), la Gledischia triacantos e al Dyospiros virginiana, molto apprezzate nei parchi di fine Ottocento. Ad accompagnare queste specie un boschetto naturalizzato di Acero campestre, Tiglio, Olmo, Frassino e Robinia, cresciuti spontaneamente accanto agli esemplari del giardino: alcuni Platanus x hispanica, di quasi 6 m di circonferenza, e il grande Cedro deodara, che il progetto di restauro cercherà di valorizzare con oculate potature, sostegni, e creazione di opportuni punti sosta.
“Mitch Epstein. American Nature” in mostra a Torino ale Gallerie d’Italia fino al 2 marzo 2025. L’esposizione, curata da Brian Wallis (CPW – Center for Photography at Woodstock), presenta per la prima volta riunite le serie fotografiche più significative degli ultimi vent’anni di Mitch Epstein in cui esplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia nel contesto del cambiamento climatico globale: American Power, Property Rights e Old Growth.
In American Powerl’artista si concentra su come le nazioni e gli interessi privati sfruttano la natura, documentando l’impatto della produzione e del consumo di energia sul paesaggio e sulla popolazione degli Stati Uniti. Dal 2003 al 2008 Epstein ha viaggiato per il Paese per fotografare i siti di produzione di combustibili fossili e di energia nucleare, nonché le comunità che vivono accanto ad essi.
Nella serie fotografica Property Rights, Mitch Epstein si domanda a chi appartenga la terra e chi ha il diritto di sfruttarne o saccheggiarne le risorse. Queste fotografie indagano le complesse dinamiche della proprietà terriera in un paese basato sull’espansione coloniale e sullo sviluppo industriale.
L’ultima opera di Epstein, Old Growth– di cui si presenta in anteprima una parte commissionata da Intesa Sanpaolo – celebra le antiche foreste sopravvissute in regioni remote degli Stati Uniti. La quasi totalità delle antiche foreste americane, circa il 95%, è stato infatti distrutto nel secolo scorso. Epstein ha deciso di fotografare singoli alberi e biosistemi interdipendenti che sono sopravvissuti per secoli, molti per millenni.
Il convegno, di carattere nazionale, vedrà la partecipazione di medici specialisti, ortoterapeuti, architetti, professori e ricercatori universitari che presenteranno i loro studi e le ricerche sperimentali sugli effetti del verde terapeutico nella cura e, soprattutto, nella gestione di particolari patologie, oltre a dimostrare i benefici della natura per la salute dell’uomo e del pianeta. Saranno presentati progetti riabilitativi nel verde, modelli di ortoterapia, concept di giardini per la riconnessione con la natura, benefici ed efficacia della attività riabilitativa rivolta ad anziani, disabili, bambini e persone con disagi psichici e sociali.
Aperto il bando per il Concorso Internazionale Spazi Creativi e lanciata l’open call a tutti coloro che, cogliendo le suggestioni del luogo e la peculiare atmosfera dell’evento, desiderano partecipare in qualità di progettisti, artisti, designer, espositori o proponendo workshop, esperienze, incontri e performance. Tutte le informazioni e le modalità di partecipazione sono disponibili sul sito https://www.orticolario.it/it/
BANDO DI CONCORSO INTERNAZIONALE SPAZI CREATIVI, DECIMA EDIZIONE – Rivolto a progettisti, garden designer, architetti del paesaggio e giardinieri, riguarda la progettazione e la realizzazione di giardini e installazioni che, ispirati al tema dell’anno, verranno selezionati per essere allestiti nel parco storico di Villa Erba in occasione della quindicesima edizione: l’apposita commissione valuterà i progetti di spazi originali, giardini vivibili e fruibili che rispettino i criteri estetici e tecnici richiesti da Orticolario. Ogni proposta deve essere il risultato di un percorso in cui la tecnica si trasforma in messaggio in grado di dialogare con lo spazio circostante, rispettarlo e valorizzarlo.L’iscrizione al concorso è gratuita e deve essere inviata in forma scritta entro e non oltre il 15 gennaio 2025.
Fabio Marzano, Il ritorno delle piante. EDT, 2024, 206 pp., 15 euro
Ha ragione Gaetano Zoccali, che presentando il libro alla Libreria della natura lo scorso 23 ottobre, ha detto che da vero giornalista Fabio Marzano va a caccia di notizie.
E in questo caso è riuscito a comporre un quadro davvero interessante e stimolante delle tante esperienze, molte delle quali pochissimo conosciute, che riguardano un ritorno delle piante nelle città e nei vuoti della natura.
In questo periodo così difficile e scoraggiante devo dire che venire a conoscenza delle tante anche piccole iniziative che cercano di dare vita ad una nuova convivenza con le piante fa bene all’anima. Come dice giustamente l’autore, non si tratta di “un viaggio nostalgico. E’ un camminoa ritroso nel futuro di erbe, alberi e arbusti simbolici che oggi riconpaiono sotto una nuova luce”.
Si comincia dal Bosco delle querce di Seveso, un parco naturale di oltre 40 ettari con 50.000 tra alberi e arbusti che sorge sopra le “vasche della memoria”, i depositi sotterranei di tutti i materiali sotterrati per limitare la diffusione della diossina, per passare alle esperienze di fitorisanamento, tecnologia nella quale protagonisti sono i pioppi, i girasole, l’erba medica e la canapa industriale. Ad esempio a Taranto nel 2013 è stato impiegato il pioppo ‘Monviso’ per depurare circa 5000 mq di terreno contaminato da idrocarburi.
Interessanti le pratiche di ripristino ecologico con specie autoctone sia in praterie e sentieri in montagna ma anche per contenere i rischi di frane come nel vallone di Piantonetto in Piemonte dove è stato impiegato il trifolgio alpino.
Molti i racconti di esperienze comunitarie di coltivazione e una delle più belle è quella dell’Orto collettivo di Genova ricavato da un bosco abbandonato che ha coniugato l’ingegneria ecologica e l’agricoltura urbana dove i più bravi tra i coltivatori pare fossero gli skipper data la pendenza della collina di Coronata. Interessanti le esperienze di uliveti urbani in alcune città del Centro Italia, per catturare anidride carbonica e polevri sottili, data la grande capacità di purificazione dell’aria dell’ulivo.
Alcune sono storie di imprese visionarie come quella di Carmelo Emanuele che da autotrasportatore ha poi creato l’oasi di ninfee tropicali più grande del mondo in un terreno da lui acquistato in provincia di Torino che da deposito di rifiuti è diventato un giardino di piante esotiche: Le Moie il nome di questa oasi dove sono stati realizzati tre laghi che evocano il sistema di paludi e aree umide del delta del Missisipi.
E poi ancora orti sotterranei, fattorie verticali per la coltivazione idroponica a basso impatto ambientale, fino agli orti sottomarini come quello di Nemo a Noli, visitabile in escursioni organizzate in canoa , fino alle fattorie urbane di molecole dove si coltivano pinte officinali per studiarne i principi attivi.
Dal comunicato sul blog urban file (https://blog.urbanfile.org/2024/10/02/milano-verde-pubblico-il-comune-affida-ad-mm-s-p-a-la-gestione-del-verde-della-citta/) apprendiamo che è appena entrato in vigore un cambiamento radicale nella gestione del verde pubblico milanese. Non più contratti triennali ma un contratto di 25 anni affidato a MM. Le domande sono tante: che garanzie può offrire MM che non ha alcuna esperienza in materia? Che assunzioni verranno fatte? Che tipo di personale, con quale preparazione?
E’ vero che sia difficile peggiorare ulteriormente l’attuale livello della manutenzione, ma restano molti dubbi sulla nuova gestione che si va delineando.
Dal 1° ottobre 2024, il Comune ha ufficializzato l’affidamento della gestione del patrimonio verde cittadino a MM S.p.A. per i prossimi 25 anni, fino a ottobre 2049. Tale decisione è stata già approvata sia dalla Giunta di Palazzo Marino che dal Consiglio comunale.
La transizione della gestione del verde pubblico verso MM S.p.A. sarà graduale. Nei prossimi mesi, MM gestirà i contratti attualmente in vigore, collaborando strettamente con il Comune. A partire da gennaio 2025, la società prenderà in carico la manutenzione dei giardini e delle aree verdi nelle scuole di competenza comunale, mentre da aprile 2025 si occuperà anche della gestione del verde nel Municipio 8, il più verde tra i nove municipi della città. Entro la fine del 2025, MM avrà la responsabilità dell’intero patrimonio verde cittadino.
“La decisione di affidare la gestione del verde della città a MM S.p.A., che si estende su oltre 18 milioni di metri quadrati tra parchi, giardini, aiuole, spartitraffico, alberature e aree gioco, rappresenta una scelta strategica per i prossimi 25 anni”, ha dichiarato l’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi. “Dopo una fase di transizione, MM si strutturerà progressivamente con un reparto dedicato, e dal prossimo autunno avremo un servizio integrato per la gestione del verde, delle acque e del servizio idrico. Questo approccio consentirà di migliorare le sinergie e di pianificare le attività in modo coordinato. L’affidamento a lungo termine garantirà inoltre una maggiore continuità del servizio.” Fonte blog urban file
Vi segnalo un precedente post che chiarisce l’iter dell’affidamento a MM e cercherò di tenervi informati
Qui di seguito il comunicato stampa di orticolario che illustra tutti i premi dell’edizione 2024 che si è conclusa domenica 6 ottobre a Villa Erba
Premi per il Concorso Internazionale Spazi Creativi. Ad aggiudicarsi il premio “La Foglia d’oro del Lago di Como” (ideato e realizzato in esclusiva per Orticolario da Gino Seguso della storica Vetreria Artistica Archimede Seguso di Murano) lo Spazio STIHL “SETA. Sustainabile Environment and Textile Artwork” (5), progetto di Jonathan Arnaboldi e Matteo Pellicanò. Questa la motivazione espressa dalla giuria: “rispecchia pienamente il tema del concorso, dimostrando un approccio consapevole e sostenibile molto attento ai dettagli, alla scelta botanica e alla qualità vegetale. Evidenzia inoltre una forte collaborazione tra diverse professioni, la cui sinergia rappresenta il giardinaggio evoluto che guarda al futuro. Ha la capacità di rappresentare la terra come fonte di vita, di arte e di cultura”.
Vincitore Spazio Creativo 5 _ Spazio STIHL “SETA. Sustainabile Environment and Textile Artwork”
Tra gli altri premi agli Spazi Creativi: premio Villa Carlotta a Spazio STIHL “SETA. Sustainabile Environment and Textile Artwork” (5) per i colori e le trame che raccontano la memoria e la storia del giardino; premio Grandi Giardini Italiani allo stesso spazio perché intreccia la natura, l’arte e la storia, con uno sguardo volto alla contemporaneità, uno spazio inclusivo, in grado di accogliere tutti senza escludere nessuno; premio Empatia allo Spazio Amorfini Garden “Dall’alto al basso e poi di nuovo verso l’alto” (1) di Davide Boschetti per la capacità di porsi in maniera immediata e coinvolgente, emozionando lo spettatore; premio Villa d’Este allo Spazio Fratelli Gramaglia “Simbiosi” (2) di Laura Storero perché celebra l’armonia profonda tra l’uomo e la natura; premio AIAPP Matilde Marazzi allo Spazio “I(n)spirare” (8) di Pierre-Alexandre Risser, Solenn Moquet e Clara Bodin per l’interpretazione dei temi proposti dall’edizione 2024, la composizione spaziale e la ricchezza vegetazionale; premio Stampa a Spazio Coplant “Terra, vita, eterno incanto” (4) di Elena Ziliotti e Davide Passera.
I premi “Empatia” e “Stampa” sono vasi-sculture in grès, ideati e realizzati da Luca Mandaglio di Como Lake Pottery, e forbici di precisione per la rifilatura firmate Felco
Premiati anche gli espositori valutati dalla Giuria Tecnica: premio Collezione a Orchideen Detflef Frenzel per Hoya o fiore di cera (display di 240 specie sulle 500 descritte); premio Super esemplare a Oscar Tintori Vivai per Citrus madurensis ‘Foliis variegates’ per le sue dimensioni e portamento; premio Novità a Water Nursery per Nymphaea prolifera per la sua particolare modalità di propagazione e i grandi fiori notturni profumati; premio Preparazione culturale a Natura Maestra Piante Innovative per l’ampia conoscenza, il lavoro di ricerca e conservazione e divulgazione nell’ambito di piante utili ma poco note.
La Giuria Estetica, infine, ha assegnato: il premio Miglior progetto di Arte & Natura all’installazione “I quattro elementi” di Lorenzo Guzzini in Darsena per la forza evocativa dei quattro elementi ai quali si aggiunge il metallo, rappresentati con essenzialità e potenza materica; il premio Miglior progetto di Design & Natura a “Con-tatto” di Duo Urtiga per un luogo sospeso per contemplare la meraviglia della natura (minimalismo e ricerca della semplicità nei dettagli); il premio Migliore esposizione prodotti a Libellule Pezziunici per la capacità di trasmettere attraverso la costruzione di oggetti d’arte i temi della sostenibilità, dell’equilibrio e della leggerezza; il premio Migliore esposizione piante a Il Giardino per l’installazione armonicamente inserita nel contesto del parco con una composizione botanica di piante usuali caratterizzata però da accostamenti molto raffinati cromatici e di texture.
Anche i premi conferiti dalla Giuria Estetica e Tecnica sono i vasi-sculture in grès di Como Lake Pottery e le forbici di Felco.
Il premio Gardenia è stato conferito a Pierre-Louis Mascia insieme a Figli dei Fiori per lo spirito dell’allestimento, in cui le piante non si limitano a fare da cornice ai prodotti ma sono frutto di una ricerca botanica e diventano naturale complemento dell’ispirazione vegetale delle creazioni esposte.
Il Premio del Presidente, infine, è stato conferito a Mario Mariani di Central Park e Matteo Boccardo che hanno allestito molti ambienti a Orticolario 2024, quali l’Info Point e Press Point nel Padiglione Centrale, l’area che accoglie i laboratori per i bambini, l’installazione Ken Scott, lo Spazio Gardenia, il progetto “Folia” nel Gazebo nel parco e lo spazio vista lago di Euroflora. Queste le parole di Moritz Mantero: “Un premio per la creatività, la passione, l’impegno profuso in diversi progetti dell’evento. Ancora una volta la loro collaborazione si è rivelata preziosa”.
La vista del giardino progettato da Piet Oudolf nel maggio 2020 dal Vitra Haus
Sono state utilizzate circa 30.000 piante, tra cui in gran numero nella stagione autunnale Anemone ‘Pamina’, Persicaria amplexicaulis “Alba”, Amsonia hubrichtii, Heuchera villosa, Aster di differenti varietà (‘Twilight’, ‘Umbellatus’, ‘Nachtauge’), Echinacea pallida “Hula Dancer” . Tra le graminacee Schizachyrium ‘Ha Ha Tonka’, Pennisetum, Molinia caerulea ‘Moorhexe’ e ‘Heidebraut’, Sporobolus heterolepsis (come matrice), Stipa calamagrostis.
Molto bello il disegno complessivo che include alcuni segni tondi, quello centrale con un vecchio ciliegio, due laterali con cerchio di prato a formare un dolce rilievo e uno con un sottile canale d’acqua. Bellissimo il dialogo del giardino con le architetture sullo sfondo.
Planimetria. Fonte Vitra
Il piccolo canale d’acqua
Il cerchio di prato
L’albero centrale
AMSONIA HUBRICHTII
ARTEMISIA GUIZHOU
KALAMINTHA NEPETA E SEDUM MATRONA SUNKISSED PIET OUDOLF GARDEN
Persicaria Alba
Anemone ‘Pamina’ e sullo sfondo la piccola costruzione Diogene progettata da Renzo Piano
Da Basilea è facile raggiungere il Vitra design museum di Weim am Rheim con i mezzi pubblici (autobus 55 fino alla stazione Vitra, in 15 minuti). Consiglio di fare una visita guidata alle architetture che dura circa un paio d’ore perchè al Vitra dagli anni ottanta fino agli anni più recenti (ultimo nel 2016 il Vitra Schaudepot firmato da Herog&deMeuron).
Dal maggio 2020 – davanti alla Vitra haus per una estensione di circa 4000 metri quadrati – si può ammirare il bellissimo giardino di Piet Oudolf che vi illustrerò in un post successivo.
Qui di seguito la planimetria con l’indicazione di tutte le architetture e di seguito alcune immagini
HERZOG & DE MEURON VITRAHAUS 2010
FRANK GEHRY 1989
FRANK GEHRY 1989
TADAO ANDO 1993: ospita una serie di sale per conferenze
NICHOLAS GRIMSHAW 1983 factory Building
ALVARO SIZA 1994
ZAHA HADID 1993 ex Stazione dei pompieri ora luogo per ospitare eventi
Sanaa 2012, sede della logistica
SANAA 2012
Vitra Schaudepot, by Herzog&De meuron, 2016: bellissimo il gioco di mattoni, tagliati sulla facciata e interi nella pavimentazione
Dopo tanti anni un ritorno ad un luogo molto amato: la Fondation Beyeler di Basilea per la bellissima mostra dedicata a Matisse che è aperta fino al prossimo 26 gennaio.
Sempre magica questa architettura di Renzo Piano che si apre in maniera così poetica e naturale sul giardino e che sa così ben valorizzare le delicate silhouette di Giacometti.
Molto bella la mostra che ripercorre tutto il percorso artistico del pittore.
Ecco alcune immagini
Molto delicata la leggera scala che si perde nel prato