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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Soffio di primavera a Villa Necchi. Marzo 2023

Le bellissime primule presentate dal Peccato vegetale

E’ sempre un piacere andare a Villa Necchi che, oltre ad ospitare eventi interessanti, ha un bel giardino ombreggiato dove in questo inizio di stagione ho potuto ammirare crocus violetti in mezzo alla convallaria.

Pochi ma selezionati vivai, tra i quali Cascina Bollate, Anna Peyron, Peccato vegetale, Quadrato di giardino e Rampicanti Giani: molte primule insolite, tanti ellebori ibridi e altre piccole scoperte che vi mostro.

HELLEBORUS ORIENTALIS CUOR D’ANEMONE. Peccato vegetale

HELLEBORUS ORIENTALIS DOUBLE RED Peccato vegetale

PRIMULA BELARINA VANILLA E FRESH LEMON. Peccato vegetale

ECHIUM PINNINIANA, Cascina Bollate

FARFUGIUM ‘WAVY GRAVY’. Quadrato di giardino

Fuori salone 2023

Dal 17 al 23 aprile la città di Milano torna protagonista della scena internazionale del mondo del progetto con un corposo calendario di eventi, mostre, installazioni. Designer, architetti, scuole, università e istituzioni si riuniscono per condividere idee che possano interpretare il presente e immaginare il domani. Le pratiche del design diventano uno strumento prezioso per fornire le coordinate per leggere il presente e la contemporaneità, restituendo visioni e suggestioni per il futuro. Con focus sulle tematiche dell’economia circolare, del riuso, della sostenibilità dei processi e dei materiali, Fuorisalone si terrà come di consueto in concomitanza con il Salone del Mobile.Milano, che quest’anno giunge alla 61esima edizione.

Laboratorio futuro: il tema dell’edizione 2023

L’edizione di aprile di Fuorisalone, intitolata “Laboratorio Futuro”, propone una riflessione su come immaginiamo il nostro futuro, in relazione all’unicità dei tempi in cui viviamo. Laboratorio perché questa edizione rappresenta un’occasione di dibattito per immaginare e costruire idee alternative attraverso momenti di dialogo collettivo, per mettere a fuoco opportunità e criticità, ma anche contraddizioni. Laboratorio come luogo di confronto, luogo concreto dove l’errore è considerato un elemento utile per evolvere. Laboratorio come metodo di lavoro condiviso, come modalità per costruire nel presente soluzioni per permetterci un futuro che potrebbe altrimenti diventare miraggio.
Viviamo un momento storico dove le grandi tematiche che lo caratterizzano sono strettamente collegate tra loro da un filo rosso: dalla crisi climatica a quella energetica, passando per la guerra e l’instabilità politica. Il tema di quest’anno richiama la dimensione sperimentale del progetto e vuole essere un invito, un’esortazione a interrogarci su come vogliamo progettare il cambiamento rispondendo alle numerose sfide che ci aspettano. E per farlo, il design diventa uno strumento di riflessione e allo stesso tempo di azione collettiva.
L’edizione 2023 farà dunque luce sui temi della progettazione sostenibile, della circular economy, dell’innovazione nei materiali, della rigenerazione urbana e dell’intelligenza artificiale. Quest’ultima da intendere non come una tecnologia respingente, ma come uno strumento che potrebbe essere parte del futuro. Il tutto con uno sguardo alle nuove generazioni, che vedranno il coinvolgimento di studenti e studentesse delle principali scuole del settore. “Laboratorio Futuro” farà da palcoscenico a mostre e installazioni, occasioni per far emergere la complessità dei temi sul tavolo. Progetti in grado di intercettare le trasformazioni in corso nella società, che propongono visioni di un futuro ambizioso e credibile, fatto di sperimentazione e concretezza. Un futuro dove il design è agente di cambiamento, oltre che una lente per interpretare la società.

TRAME: un’installazione interattiva all’Acquario Civico, a cura di STARK, interpreta il tema “Laboratorio Futuro”

Trame è l’esercizio interattivo-percettivo che Stark dedica al tema di Fuorisalone 2023: Laboratorio Futuro. L’essere umano si riscopre parte integrante della comunità biologica il cui moto, intrecciato e condiviso, consente l’abitare degli esseri viventi stessi. Stark propone un’esperienza di interazione a più voci.

Anteprime dall’edizione di aprile: Distretti del design 2023

Brera design district cuore pulsante della kermesse, propone un calendario tra mostre, installazioni, collettive, novità di prodotto. Promuovendo il tema proposto da Fuorisalone, “Laboratorio Futuro”, Brera Design Week 2023 attiva una riflessione sulle sfide della contemporaneità, dando spazio a progetti e pratiche in grado di innescare azioni di cambiamento.

Il Distretto Tortona torna con una veste inedita e una proposta di comunicazione mirata a riunire e raccontare le realtà diverse realtà che lo animano: Tortona Rocks, BASE, Superstudio e Tortona Design Week. Il distretto si fa portavoce dei temi di attualità visti attraverso la lente della progettualità, con l’obiettivo di rispondere alle sfide del domani.

Milano Durini Design rafforza ufficialmente il brand Milano Design District, un concept district Design allargato a tutte le aziende di valore presenti in centro città. Forte di oltre 40 aziende di design, per l’edizione 2023 il distretto propone il fil rouge “Metamorfosi Urbana”, tra installazioni dal forte carattere evocativo.

5VIE torna con una proposta dedicata al design d’autore e alle contaminazioni del design con l’arte e l’alto artigianato. Il tema di quest’anno, “Design for Good”, vuole essere un invito a guardare al design come strumento per creare e coltivare connessioni umane profonde, nell’ottica di una sostenibilità radicata nella reciproca cura. Curatori, artisti e designer internazionali sono stati chiamati a confrontarsi con questo tema attraverso una serie di mostre firmate 5VIE, che si affiancano nel percorso espositivo d’area alle esposizioni di studi, aziende e designer indipendenti.

Isola Design District annuncia la settima edizione di Isola Design Festival: oltre 25 location ospitano mostre collettive ed eventi che coinvolgono centinaia di designer internazionali, studi di progettazione e artigiani. Il programma prevede sei mostre collettive che si concentrano su temi come arredi circolari e rigenerativi, design da collezione e nuovo artigianato, design tech e benessere.

Progetti e percorsi sul territorio 2023

Alcova la piattaforma fondata da Joseph Grima (Space Caviar) e Valentina Ciuffi (Studio Vedèt) giunta alla sua quinta edizione, dal 17 al 23 aprile svela gli inediti spazi inediti monumentali dell’Ex-Macello di Porta Vittoria. Alcova 2023 ospita oltre 70 progetti che esplorano direzioni diverse e complementari del design contemporaneo: dalla ricerca sui materiali innovativi e sostenibili, al contemporary craft, al design sensoriale, affiancando istituzioni, brand e studi affermati e talenti emergenti.

Design Variations,  la manifestazione curata da MoscaPartners, presenta “Breath”, l’opera site-specific sulla facciata del Circolo Filologico Milanese, progettata dallo studio Zaven. Palazzo Visconti propone al suo interno un percorso volto alla scoperta dell’uso dei materiali naturali e sostenibili nel mondo del design. L’edizione di quest’anno presenta inoltre “REFORMING FUTURE”, la mostra antologica dei progetti del corso magistrale di Michele De Lucchi (con Andrea Branzi fino al 2017) del Politecnico di Milano, allestita all’interno dell’Istituto Marchiondi Spagliardi, capolavoro brutalista dell’architetto Vittoriano Viganò che per la prima volta si apre al pubblico del design e dell’architettura internazionale. Quest’ultimo progetto è nato da un’idea di Valerio Castelli che l’ha fortemente voluto.

Dropcity Convention 2023, progetto vincitore della seconda edizione di Festival Architettura, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, dal 15 al 23 aprile apre alla città. All’interno dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale, Dropcity Centro di Architettura e Design, ideato dall’architetto Andrea Caputo, produce e ospita un fitto palinsesto di mostre, installazioni, conferenze e talk con la partecipazione di architetti e designer internazionali.

Morel Design Week: Morel Milano, un tempo sede di una manifattura di tessuti in cotone per calzature, presenta le sue architetture industriali originali del 1930 attraverso una nuova interpretazione, unendo la sua storia alle nuove funzioni del villaggio di 7mila metri quadrati in zona Certosa. Non si tratta di un sito industriale abbandonato, ma di un luogo autentico, curato e flessibile dove Morel Milano si unisce a Tipografia Alimentare presentando “A FUOCO LENTO”, un progetto culinario disegnato a quattro mani.

Materially esplora e restituisce un punto di vista sui materiali partendo dal concetto di meraviglia osservato in vari ambiti: l’educazione, la creatività e l’industria. Si tratta di un un racconto strutturato in più tappe, in luoghi diversi e significativi per il design e la città, che ospitano mostre, talk e laboratori.

Tortona Rocks parte da un interrogativo per dare forma all’ottava edizione: “How do you take care of tomorrow? Design instructions” fa riflettere su come prendersi cura del domani sia un atto collettivo, mentre il design incoraggia stili di vita alternativi in risposta alle urgenze contemporanee.

(Dal sito del Fuori salone)

 

Per saperne di più https://www.fuorisalone.it/it/magazine/focus/article/1129/programma-fuorisalone-2023

 

 

 

 

 

Winter gardens tour in East Anglia: Ritratti di giardini. Febbraio 2023

Uno dei passaggi molto suggestivi di Brassingham Hall Gardens

Finalmente, a fine febbraio, ho coronato il mio sogno di visitare i famosi winter gardens che in Inghilterra trovano esempi magnifici, sia per la vastità, sia per la ricchezza botanica.
Cominciamo dall’inizio: il piccolo tour, che si è articolato in alcune contee della regione dell’East Anglia (Norfolk, Suffolk, Cambridgeshire), è stato organizzato dalla bravissima Erica Vaccari di Viaggi floreali .

La base di soggiorno e di partenza per le visite il maniero di Bressingham Hall che ospita il grande giardino (oltre 7 ettari) fondato dal famoso orticoltore, vivaista e ibridatore Alan Bloom che qui ha progettato per la prima volta aiuole ‘self standing’, cioè non addossate a muri o siepi in modo da dare luce e aria ai bordi di perenni e continuato dal figlio Adrian e dal nipote Matt che si occupano oggi dei giardini. All’interno del grande parco si trova poi il delizioso giardino di Adrian ‘Foggy Bottom’ al quale lui ha appena dedicato un bellissimo libro.

Bressingham ha al suo interno un winter garden davvero stupendo per la ricchezza delle sue piante e anche per la maestria con la quale sono valorizzati i folgoranti colori dei cornus accostati alle tante conifere, alle betulle e ad altri alberi dalle cortecce scenografiche. E poi tantissimi bucaneve, eriche, sarcococche, dafne, lonicere, rubus ornamentali, hamamelis…
Foggy Bottom, il capolavoro di tutta una vita di Adrian, ci regala ampie prospettive e candide pennellate di bucaneve che sembrano cresciuti naturalmente e questo è il grande pregio di un buon plant design, far sembrare naturali realizzazioni artificiali.

Poi Hyde Hall gardens, uno dei tanti giardini del National Trust, che oltre all’winter garden ha un dry garden e una zona dedicata alle piante australiane con bellissime prospettive sul paesaggio.

Molto interessante, oltre alle sue altre parti che ho visitato nel periodo estivo alcuni anni fa, la zona invernale di Cambridge Botanic Garden (https://www.botanic.cam.ac.uk/), che ha una bella collezione di differenti specie e varietà di betulle dalle cortecce bianco argentate e un grande arboretum; tra le serre mi è piaciuta in modo particolare quella dedicata alle piante alpine con alcuni stupendi ciclamini e con tanti Erodium.

In un post successivo vi illusterò alcune delle piante che ho trovato più interessanti e in un altro vi mostrerò immagini dei paesaggi costieri e di brughiera.

Ecco una galleria di immagini dei giardini

Winter garden Bressingham

Winter garden Bressingham: le conifere fanno da background ai conrus e poi tante graminacee

Winter garden Bressingham: eriche ed ellebori in mezzo a ciuffi di Ophiopogon planiscapus Niger

Winter garden Bressingham: bellissima la scenografia a più piani dalle conifere, ai cornus fino alla distesa di eriche bianche

Winter garden Bressingham: un passaggio tra le grandi aiuole

 

 

 

 

 

Foggy Bottom con le pennelate di Galanthus nivalis

Foggy Bottom: una vista delle grandi aiuole

Foggy Bottom: colori bruniti con i fiori ormai seccati delle ortensie e i ciuffi dei carex

Foggy Bottom: il percorso nel bosco

Foggy Bottom: la casetta sull’albero da cui godere la vista del giardino, costruita da Matt Bloom

Foggy Bottom: un delicato contrasto tra le spighe argentee dei Miscanthus e i fiori rosa degli ellebori

Hyde Hall gardens

Hyde Hall gardens il bosco di betulle

Hyde Hall gardens: le belle prospettive sul paesaggio

Hyde Hall gardens

Cambridge Botanic Garden

 

Cambridge Botanic Garden

Cambridge Botanic Garden le aiuole sinuose di winter garden

Cambridge Botanic Garden: lonicere, bucaneve e stipe

Cambridge Botanic Garden: una sinfonia di rossi e gialli

Cambridge Botanic Garden: la serra delle piante alpine

 

Winter gardens tour in East Anglia: alcune piante. Febbraio 2023

Muehlenbeckia. Cambridge Botanic garden

Nel mio tour per giardini invernali in Inghilterra ho trovato alcune piante interessanti. Ve le mostro in una piccola galleria di immagini

CORNUS ALBA KESSERLINGII HYDE HALL

CORNUS MAGIC FLAME BRESSINGHAM HALL GARDENS

CORNUS MIDWINTER FIRE BRESSINGHAM HALL GARDENS

CORNUS SANGUINEA ANNYS WINTER ORANGE HYDE HALL

UN BELLL’ABBINAMENTO CON CORNUS BERGENIA E BUCANEVE. BRESSINGHAM HALL GARDENS

GALANTHUS NIVALIS S. ARNOTT: UNO DEI PIU PROFUMATI E ALTI CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

ERICA DARLEYENSIS CON BERGENIA E BUCANEVE BRESSINGHAM HALL GARDENS

BERBERIS WILSONIAE CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

BERGENIA BRESSINGHAM RUBY CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

BERGENIA EMEIENSIS CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

CAMELLIA X WILLIAMSII BOW BELLS HYDE HALL

CEPHALOTAXUS HARRINGTONII KOREAN GOLD BRESSINGHAM HALL GARDENS

PINUS CONTORTA FRISIAN GOLD BRESSINGHAM HALL GARDENS

PINUS THUNBERGII E CORNUS BRESSINGHAM HALL GARDENS

CRYPTOMERIA JAPONICA ELEGANS COMPACTA CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

VIBURNUM FARRERI CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

LONICERA PURPUSII CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

RUBUS TIBETANUS SILVER FERN CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

SALIX GRACILISTYLA MOUNT ASO CAMBRIDGE BOTANIC GARDEN

Winter gardens tour: paesaggi. Febbraio 2023

SOUTHWOLD

Nel mio tour inglese ho scoperto anche alcuni paesaggi che mi hanno colpito anche in questa stagione di fine inverno. Dalle coste del Norfolk alla brughiera che d’estate si tinge di rosa per la fioritura delle tante eriche e che in questa stagione ha un fascino particolare nelle tonalità bronzeo-aranciate delle felci fino al giro sul fiume a Cambridge.

Ecco alcune immagini:

La brughiera di Dunwich, che si estende fino alla costa: riserva naturale del National Trust: boschi di betulle e distese di felci (aquiline?)

DUNWICH ULEX EUROPEA

Dunwich sulla spiaggia

SOUTHWOLD

SOUTHWOLD: paludi e graminacee vicino al mare

SOUTHWOLD

SOUTHWOLD

SOUTHWOLD: reti da pesca e tanti piccoli ristorantini di pesce

SOUTHWOLD: le caratteristiche ‘beach hots’, cabine attrezzate che vengono affittate annualmente

Cambridge dal fiume

Cambridge dal fiume

Cambridge dal fiume

 

Riflessioni dalla foresta amazzonica, di Michele Maino. Marzo 2023

FOTO MICHELE MAINO

Ospito con piacere queste riflessioni di Michele Maino dalla foresta peruviana accompagnate dalle sue bellissime immagini fotografiche.

La dieta di piante maestre 

La “dieta” è una pratica dello sciamanesimo vegetalista dell’Amazzonia che consiste in un ritiro di vari mesi, seguendo restrizioni alimentari, comportamentali e sociali, durante il quale si assume una pianta per integrarne lo spirito affinché porti guarigione, fisica, mentale e spirituale, insegnamento e guida.

Giorno dopo giorno, via via che il mio ospite, lo spirito della pianta, si acclimata dentro di me e condivide con me i suoi affinati sensi di vegetale, la mia sensibilità si acuisce, il mio sguardo penetra sempre più a fondo negli stratificati veli arborei di cui è tessuta la selva come se fossi sempre più in risonanza con la natura, vibrando, per simpatia, alla sua stessa frequenza. Laddove il giorno prima, con la medesima attenzione, non vedevo altro che una spessa e amorfa massa di vegetazione, oggi riesco a scorgere, negli interstizi tra le foglie, nelle cavità dei tronchi, nelle increspature dei petali, nelle grinze della corteccia, negli anfratti del suolo, ora qui una gemma, ora là un germoglio, ora qui un minuscolo seme, ora là l’iridescente filamento d’un fungo, e più oltre ancora fino all’occulto reame degli insetti e delle muffe, come se progressivamente sempre nuove cortine si levassero e nuovi mondi emergessero dall’indistinta matrice del terriccio, dischiudendosi alla vista.

I sensi che si espandono permettendomi di notare dettagli sempre più minuti e imperscrutabili nella natura sono l’eco di un parallelo fenomeno che, sempre grazie al mio ospite, ha luogo dentro di me e cioè l’acuirsi della percezione che mi consente di auscultare con sempre maggiore precisione i recessi della mente e di scandagliare sempre più in profondità gli enigmi dell’universo.

Come le recondite forme che affiorano dall’arcano cuore della selva, la sagoma dentellata di un minuscolo petalo, la curva di un turione di felce, il ritorto merletto del viticcio d’una liana o la simmetria stellare di un fiore in boccio, compongono, come altrettanti misteriosi glifi, solenni iscrizioni nella primordiale lingua della foresta, così i reperti portati in superficie dallo scavo interiore, ricordi, emozioni, pensieri, e il precipitato dei vagabondaggio extracorporei, rivelazioni, simboli, intuizioni, ricompongono dentro di me l’ancestrale codice di quella filosofia perenne che i filosofi rinascimentali chiamavano prisca teologia, e cioè la primordiale e universale sapienza regalata agli uomini in epoche antichissime dal mondo celeste e che contiene le regole del vivere semplicemente e in accordo con la natura e con il divino.

Michele Maino, che trascorre ogni anno lunghi periodi nella foresta pluviale del Perù, pratica e divulga lo sciamanesimo vegetalista amazzonico. È autore del libro La Foresta interiore, viaggio iniziatico tra le piante e gli spiriti dell’Amazzonia. https://www.youtube.com/watch?v=0XHSS4fIHKY

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

FOTO MICHELE MAINO

 

News in tema di corsi, fiere, libri e altro ancora. Febbraio 2023

Concorsi e premi

  • 24 febbraio dalle 9.30 alle 13 Cerimonia di consegna del premio Città per il verde organizzato da Il verde Editoriale. Fiera Rho sala convegni Pad 20
  • Termine 17 aprile per la presentazione di progetti da pubblicare nel settimo annuario ‘European practice of landscape architecture’ promosso da LANDSCAPE ARCHITECTURE EUROPE (LAE). Mail entry@landscapearchitectureeurope.com Per fornire i dati www.landscapearchitectureeurope.com/entryform

Corsi e convegni

  • Il 1° febbraio è partito un nuovo modulo del corso “Operatore del Verde” presso la sede del Comune di Villa Lonati, in sinergia con il progetto Comunemente Verde, Area Verde.Il corso, organizzato dall’Area Lavoro e Formazione, prevede un primo modulo di 100 ore con frequenza giornaliera, le lezioni affronteranno argomenti teorici ed esercitazioni pratiche.
    Per informazioni e iscrizioni: fleming@comune.milano.it; 02/88441458
  • 12,18 e 26 febbraio Corso teorico-pratico di potatura Rose antiche al vivaio di Maurizio Feletig di Arignano. Per informazioni o per iscriversi vi preghiamo contattarci ai seguenti numeri di telefono: 011 9462377 – 349 5630513 o all’indirizzo di e-mail: info@rosebacche.it
  • 23-24 febbraio, tornano in presenza (ma anche in streaming) le Giornate di studio sul paesaggio della Fondazione Benetton di Treviso. Tema di questa edizione ‘Dalla parte del fuoco’: nello spazio di quattro sessioni, saranno messi a confronto e discussi contributi che si muovono intorno a quattro tematiche: Riti e rappresentazioni, Paradossi, Sotto il vulcano, Coltivazioni.  Le giornate saranno precedute venerdì 17 febbraio dalla conferenza online di anteprima Cultivated by Fire.
    Per info https://www.fbsr.it/paesaggio/giornate-di-studio/dalla-parte-del-fuoco/
  • Iscrizioni entro il 10 febbraio per il corso ‘Balconi in fiore, coltivare e gestire il balcone, Bosco in città. 4 incontri teorici 25 febbraio, 4,11 e 18 marzo e 1 visita guidata 1 aprile 2023. Costo 30 euro. Per info e iscrizioni info@cfu,it; tel 02/4522401

Festival

  • entro il 19 febbraio 2023 dovranno pervenire le candidature per partecipare come volontario alla costruzione del Radice pura Garden festival. Per info e contatti 095/964154; mail application@radicepurafestival.com

Libri

Milano

  • Domenica 26 febbraio, Passeggiata BAM: design, natura e architettura alla Biblioteca degli alberi. Per prenotare https://bam.milano.it/eventi/passeggiate-bam-design-architettura-e-natura-3/-

Giuseppe Barbera inaugura il ciclo di conferenze del gruppo Giardino storico di Padova


Il tema dell’edizione 2023 del ciclo di incontri del Gruppo giardino storico è il rapporto tra paesaggio ed energia (https://www.giardininviaggio.it/paesaggio-ed-energia-il-tema-del-xxxiii-corso-di-aggiornamento-sul-giardino-storico-e-sul-paesaggio-contemporaneo-del-gruppo-giardino-storico-universita-di-padova/).

Ad inaugurare il ciclo Giuseppe Barbera – docente all’Università di Palermo ed autore di molti libri, l’ultimo dei quali ‘Agrumi, una storia del mondo’, Saggiatore – che ha scelto come titolo della sua conferenza ‘Le risorse energetiche nella storia del paesaggio e i nuovi paesaggi delle energie rinnovabili’.

Come sempre il suo è stato un intervento molto ricco di spunti, di dati e di suggestioni, perciò non facile da sintetizzare.

Vi segnalo solo alcuni punti affrontati dal relatore.

Nel suo excursus storico sulle diverse fasi di trasformazione del paesaggio dovute al ruolo delle energie fossili, interssante la vicenda della coltivazione della canna da zucchero che era diffusa a Palermo nel 1500: per l’estrazione venivano usati mulini ad acqua ma per cuocere e condensare il succo della canna occorreva la legna con la conseguenza del disboscamento di intere montagne. Fine del legno e dell’industria della canna da zucchero!

Barbera fa notare come sottraendo aree agricole per collocare impianti di produzione energetica finiamo con l’approvigionarci da agricolture di altri paesi e quindi non facciamo che scaricare su altri un problema che non è locale, ma globale!

Un’ altra riflessione importante è la necessità di evitare slogan semplici. Un esempio è il suggerimento di  alcuni scienziati di piantare 1000 miliardi di alberi. In realtà occorono spazi adeguati, competenze e ricordarsi che per i primi 5 anni un albero è solo una spesa e non ancora una risorsa per l’assorbimento di CO2.

Barbera poi ha passato in rassegna i problemi e le possibili soluzioni per tutelare i paesaggi delle energie rinnovabili. Fondamentali sono una progettazione e una pianificazione adeguate, non si può lasciare mano libera alle industrie produttrici e agli agricoltori che hanno obiettivi problemi economici e che in questi interventi vedono una possibile soluzione.

– eolico, a parte gli obbrobri delle pale in Sicilia davanti al gretto di Burri e alle componenti malavitose dell’industria, ci sono alcuni esempi interessanti come quello a Rivoli veronese sul lago di Garda

– eolico offshore: si può pensare di collocarli a 25-30 km dalle coste, in modo che diventino quasi spilli all’orizzonte

Occorre poi indirizzare la ricerca sull’agrivoltaico che vede la coesistenza sulla stessa porzione di paesaggio di pannelli solari e di colture agricole.
Ecco alcune raccomandazioni

Un nuovo progetto di restauro a Venezia: gli Orti del Redentore alla Giudecca

Orti del redentore, foto laura Pirovano 2010

Parecchi anni fa avevo potuto visitare con un gruppo di appassionati gli Orti del Redentore alla Giudecca a Venezia: un luogo incantanto, dove potevi incontrare monaci operosi intenti a curare con amore gli spazi verdi. Sono molto contenta di apprendere del grande progetto di restauro affidato, come nel caso degli stupendi giardini Reali veneziani, all’architetto Paolo Pejrone.

Orti del redentore un monaco all’opera nei lavori di giardinaggio. Foto Laura Pirovano 2010

Riporto in sintesi quanto pubblicato su https://www.villegiardini.it/venice-gardens-foundation-orto-giardino-del-redentore-a-venezia/

Sono iniziati i lavori per il restauro e la riapertura al pubblico dell’Orto Giardino della Chiesa del SS. Redentore a Venezia. Il progetto è stato fortemente voluto da Adele Re Rebaudengo, presidente di Venice Gardens Foundation, la fondazione nata Venezia nel 2014 al fine di promuovere progetti per il restauro e la conservazione di parchi, giardini e beni di interesse storico e culturale.
Sostenibilità ed autosufficienza sono i principi-chiave che animano il progetto il cui restauro botanico è stato affidato a Paolo Pejrone, giardiniere e architetto paesaggista di fama internazionale, allievo di Russell Page e Roberto Burle Marx, autore, tra i tanti lavori, anche del ripristino dell’Orto di Santa Croce in Gerusalemme a Roma e, su incarico della Fondazione, i Giardini Reali di Venezia a San Marco. Il progetto di restauro architettonico è a cura di Alessandra Raso, architetto impegnato in restauri di importanti complessi storico-artistici e progetti per istituzioni culturali, tra cui la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano.
Il restauro botanico – che ha ottenuto il finanziamento dell’Unione Europea NextGenerationEU con un contributo di 2 milioni di euro (PNRR Ministero della Cultura Restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici) – vede nel progetto dell’architetto Paolo Pejrone oltre 2.500 alberi e piante previste a dimora. 

I visitatori potranno trovare accoglienza e svago passeggiando fra gli ulivi, il frutteto i cipressi, la vasca delle ninfee (omaggio alla fascinazione per l’Oriente che da sempre anima la Serenissima), i 400 metri di pergolati in legno di castagno, tramandati negli orti veneziani e ricoperti da piante di uva, rose, glicini e bignonie, nel giardino dei pitosfori e rose affacciato sulla Laguna, nell’antica cappella di meditazione e nella biblioteca accanto al ristoro. Grande attenzione sarà dedicata al benessere delle api, con la presenza di arnie e con lo svolgimento dell’attività di smielatura in loco.

 

 

Letto per voi. Giardini all’ombra dell’Etna di Cristina Acrhinto


Cristina Archinto I giardini all’ombra dell’Etna, Terrimago edition, 2022, 107 pp.

Dopo Orti botanici d’Europa (https://www.giardininviaggio.it/letto-per-voi-orti-botanici-deuropa/), Cristina Archinto compie un altro viaggio nel mondo dei giardini con un racconto per immagini di alcune suggestive realtà siciliane in dialogo con l’Etna.Le fotografie di Archinto – molto suggestive e capaci di raccontarci sia il rapporto dei giardini con il paesaggio, sia angoli particolari – sono accmpagnate dai testi (anche in inglese) di Alessandra Valentinelli.

La rassegna illustra sette giardini siciliani, molti privati e creati e mantenuti da sapienti appassionati, alcuni dei quali visitabili, che hanno come filo rosso che li unisce la forte relazione con le antiche colate laviche del maestoso vulcano, una presenza forte e scura che accoglie stupende piante mediterranee ed esotiche. Ma il racconto si estende alla “storia e al paesaggio di questo luogo incantato”.

Il racconto comincia con il Parco Paternò del Toscano, la straordinaria creazione del botanico paesaggista Ettore Paternò che or è curato dalla nuora Barbara Notarbartolo con la figlia: “il legame con l’Etna vi è racchiuso tra i muschi amanti dell’umidità che convivono con le succulente degli ambienti aridi”. Poi prosegue con il Giardino Ciancio del quale la proprietaria Valeria “ha giocato con le mutue alleanze tra specie, poi domesticate alle proprie esiegenze e sensibilità” e con il Giardino di Giulia Gravina, con uno straordinario affaccio sul golfo di Catania e con una stupefacente parete lavica avvolta dalle tante agavi. Le stanze in fiore raccontano poi il giardino di Rossella Pezzino de Geronimo, un vero tripudio di fiori e di colori; il Giardino Crespi con il suo bel paesaggio dell’agrumeto. Concludono la rassegna Etna Botanic Garden, il progetto botanico e artistico del paesaggista-artista Salvatore Bonajuto e l’Orto Botanico di Catania, la via etnea della scienza.

Per acquistare il libro https://www.terrimago.com/giardinietna

Giardini in viaggio Laura Pirovano