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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Nuova vita al Parco romantico della Fondazione Magnani-Rocca

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Sicuramente merita una visita il Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca che è tornato al  suo antico splendore grazie al più importante restauro paesaggistico dell’Emilia-Romagna, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

I numeri dell’intervento:
Oltre 900 alberi appartenenti a 37 specie botaniche censite e curate
3 alberi monumentali iscritti nell’Elenco degli Alberi Monumentali d’Italia: un meraviglioso Cedro del Libano (Cedrus Libani), una rara Sequoia (Sequoia sempervirens) e uno spettacolare Platano (Platanus hybrida)
– Oltre 8.000 nuove piante e oltre 100 nuove specie introdotte
12 ettari di parco completamente restaurato
Nuove collezioni botaniche di Osmanthus, Viburnum, Cornus, Hydrangea, Magnolia e Iris
– Sistema di biofiltrazione naturale e fitodepurazione del biolago 

Immersa nella campagna di Parma, la Fondazione Magnani-Rocca ospita una delle più importanti collezioni d’Arte d’Europa. La Villa è uno scrigno di meraviglie che custodisce capolavori di Monet, Renoir, Cézanne, Goya, Tiziano, Van Dyck, de Chirico e una raccolta di cinquanta Morandi.

Quello che rende Il Parco romantico unico nel panorama italiano è la stratificazione di tre secoli di arte del giardino in un solo luogo – un fenomeno raro anche a livello europeo. Nessun’altra istituzione in Italia riunisce una collezione d’arte di tale prestigio internazionale in un parco che armonizza tre diversi modelli di giardino – all’italiana, all’inglese e contemporaneo – creando un’esperienza estetica senza eguali.

Fino al 29 giugno è possibile anche visitare la mostra Flora, l’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento ad oggi.

Per info sul restauro https://www.magnanirocca.it/il-parco-romantico-della-fondazione-magnani-rocca-torna-al-suo-antico-splendore/
Per la mostra Flora https://www.magnanirocca.it/flora/

Il Parco azzurro idroscalo. Seconda parte. Riccardo Rossetti

IL PARCO AZZURRO IDROSCALO: PARTE DUE

Ai tempi dei romantici pionieri dell’aria, l’idrovolante era certamente il mezzo per esprimere i sogni e le speranze di un’epoca, distorti in seguito dalla corsa agli armamenti dei totalitarismi e distrutti del tutto dal secondo conflitto mondiale. Ma prima degli orrori della guerra, Milano e la Lombardia erano il fulcro mondiale del volo. Consiglio, a tal proposito, di guardare due film del maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki: Porco Rosso e Si alza il vento. Il primo narra le vicende di un romantico aviatore, mutato in maiale per i sensi di colpa dell’aver ucciso in battaglia, che ripara il proprio idrovolante a Milano, decollando da romantici e molto liberamente ispirati Navigli. Il secondo vede come protagonista un ragazzo giapponese che non potendo diventare pilota a causa della sua miopia, ripiega sulla progettazione di aerei e ha come onirico mentore, Gianni Caproni, spesso a bordo del suo colossale e sfortunato idrovolante CA 60 (30 metri di apertura alare); costui gli rammenta che non deve rammaricarsi se le sue invenzioni sono state sfruttate e deformate dal militarismo, perché la speranza mai potrà essere corrotta dai regimi.

Chiusa questa piccola parentesi cinefila, torniamo al presente…Anzi no, ancora un momento al passato, per vedere come e perché è nato il nostro Parco Azzurro Idroscalo.

Considerato che l’Italia era circondata dal mare e l’idrovolante era al suo apice, negli anni ’20 del Novecento si pensò di costruire nei pressi di Milano un grande bacino artificiale; progetto poco lungimirante che andrà ad annoverare la balorda lista di altre fasciste ambizioni, mai realizzate, come il Porto di Mare (in sostituzione della Darsena e di cui è rimasta solo traccia nella toponomastica della Linea Gialla della Metro), o l’improbabile campanile del Duomo.

Come area vennero scelte la località Tregazzano e una cava di sabbia adiacente dove un tempo si trovava il famoso, ed assai vasto (dalla provincia di Bergamo a quella di Cremona), Lago Gerundo dominato, secondo le leggende, dal feroce drago Tarantasio, ucciso poi dal progenitore dei Visconti che ne adotterà l’effige come stemma di famiglia.

FOTO 1 – IL DRAGO TARANTASIO

Molto poco patriottici ed invero costretti, gli allora proprietari terrieri “donarono spontaneamente” alla Provincia i loro appezzamenti: vennero convocati uno ad uno cedendoli gratuitamente. Durante i lavori furono inoltre fatti sparire numerosi reperti di epoca romana perché La nuova era nascente doveva cancellare ogni memoria precedente con la sua grandezza. In totale, l’area prevista copriva, circa 620.000 mq. con 2500 mt. di lunghezza, 300 di larghezza e tra i 3 e i 5 mt. di profondità. I 4.000.000 metri cubi di sabbia escavata saranno utilizzati per edificare Città Studi.

FOTO 2 – I CICLOPICI LAVORI DI ESCAVAZIONE

Costruzione Cittàstudi, 1927.jpg

FOTO 3 – CITTA’ STUDI IN COSTRUZIONE

Non venne progettato granché bene il ricambio dell’acqua: oltre a due scarichi adiacenti, l’Idroscalo convogliava anche il flusso della Martesana, utilizzato allora dalle industrie sui suoi argini come scarico. Se a questo si aggiunge la mancanza di una rete fognaria nei pressi del bacino, si capisce come mai negli anni ’70 si verificarono gravi problemi di inquinamento delle acque; problema poi risolto nel 1982.

Nonostante i lavori fossero parecchio indietro, il 28 ottobre (anniversario della Marcia su Roma) del 1930, l’Idroscalo venne inaugurato in pompa magna con un idrovolante della regia aeronautica…Anche se in realtà precedentemente già un Caproni vi era ammarato.

FOTO 4 – IL CAPRONI DA TURISMO

Due anni più tardi venne finalmente terminato il proseguimento di Corso XXII Marzo (l’odierno Viale Forlanini) per collegare l’Idroscalo alla città. Nel frattempo, ancor prima dell’effettiva fine lavori (1936), la produzione di idrovolanti era già stata surclassata dagli aerei e il bacino cominciò ad assumere l’attuale ruolo di centro per le manifestazioni sportive, divenendo il mare dei milanesi. Nel 1937 venne infatti inaugurato l’Aeroporto Enrico Forlanini (Linate), in sostituzione di quello di Taliedo (Via Mecenate).

FOTO 5 – L’IDROSCALO DEGLI ANNI ‘30

FOTO 6 – LOCANDINA DEL 1938

FOTO 7 – BAGNANTI ALL’IDROSCALO POCO PRIMA DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lontano dalla città e senza testimoni, l’Idroscalo fu spesso utilizzato dal regime per le esecuzioni sommarie dei dissidenti. Terminato il conflitto si pose, per fortuna, rimedio ad un altro gravoso e sottovalutato problema: la pericolosità della balneazione. Le rive fangose e scoscese e la mancanza di un sistema di sicurezza, come bagnini o vedette, causavano periodicamente delle vittime. Nel 1947 si avanzò l’ipotesi di sostituire l’Autodromo di Monza con uno più all’avanguardia che costeggiasse l’Idroscalo. Progetto grazie al cielo poi sfumato.

FOTO 8 – IL PROGETTO PER L’AUTODROMO

Durante il boom economico, oltre ad accogliere diverse società sportive, il Mare di Milano diventò miraggio di un benessere che in pochi raggiungeranno; era un mare umile e proletario ma in grado di fornire un’illusione di equità sociale a tanti lavoratori che vi trascorrevano il tempo libero o le ferie. Questo paradosso non sfuggì a Luchino Visconti che a Milano girò uno dei suoi grandi capolavori: Rocco e i suoi fratelli con Alain Delon. La violenta scena finale con l’omicidio di una prostituta si ambienta, o avrebbe dovuto ambientarsi, proprio all’Idroscalo ma l’ipocrita e bigotta Italia di quegli anni (in quel caso la Provincia di Milano), gli vietò le riprese. Così quello che vedete nella pellicola è in realtà il lago di Fogliano(Latina) meneghinizzato.

FOTO 9 – LUCHINO VISCONTI GIRA AD UN FITTIZIO IDROSCALO

Il resto è storia. Icone milanesi come Enzo Jannacci o Walter Valdi hanno ormai reso eterno quel luogo e quel periodo, sospeso tra l’aspirazione e la negazione.

FOTO 10 – LOCANDINA ESTATE 1982

Oggi il Parco Azzurro Idroscalo, dopo ampliamenti e modernizzazioni, ospita numerosi stabilimenti balneari, punti di ristoro, manifestazioni musicali e sportive, oltre a svariate attrazioni per i più piccoli. Piantumato per tutto il suo perimetro, accoglie flora e fauna variegate con tanto di oasi naturalistica di un paio di ettari sulla riva est.

A distanza di quasi un secolo il vecchio idroporto non ha ancora smesso di esercitare sui milanesi un fascino senza tempo.

FONTI:

L’IDROSCALO-PROVINCIA DI MILANO, ASSESSORATO SPORT, TURISMO E TEMPO LIBERO

MILANO AL VOLO-FRANCESCO OGLIARI

ALI E MOTORI IN LOMBARDIA-BANCA AGRICOLA MILANESE

I PIONIERI DEL VOLO A MILANO E LOMBARDIA-EL CALENDARI MILANES 2019-EDB EDIZIONI

RICCARDO ROSSETTI

 

 

Presentazione della IV edizione di Horti aperti

Alma©Paola Lenti srl – ph. by Sergio Chimenti

Il 5 giugno a Milano nello splendido spazio di Paola Lenti è stato presentato il programma della IV edizione di Horti aperti, festival del verde in città che si terrà dal 19 al 21 settembre nel parco Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia. Il tema scelto Avant Garden. Coltivare il futuro. Un domani da costruire insieme, cominciando dalla sensibilizzazione dei più piccoli, ai quali saranno dedicate diverse iniziative.

La mostra-mercato del vivaismo e della biodiversità ha invitato 40 espositori scelti provenienti da tutta Italia, i quali allestiranno un percorso circolare tra fiori rari, combinazioni di piante sorprendenti, antiche razze di animali da cortile e prodotti agricoli del territorio. La cornice non cambia: a due minuti di cammino dal pittoresco Ponte Coperto di Pavia, la manifestazione si terrà nell’area boscata del parco Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia.

Tra gli ospiti delle conferenze di Horti Aperti. Festival del verde in città, ci saranno: il climatologo Luca Mercalli, che aprirà la IV edizione, il venerdì, parlando di piante e clima; il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, interverrà il sabato mattina, mentre sabato pomeriggio, il noto veterinario e scrittore Massimo Vacchetta, fondatore del centro di Recupero Ricci La Ninna, spiegherà come aiutare i ricci in giardino in vista dell’autunno. Domenica 21, arriverà a Horti Aperti “Il Messia delle Piante“, Carlos Magdalena, autore dell’omonimo bestseller: il paladino della biodiversità è il botanico del vivaio tropicale dei Royal Botanic Gardens di Kew, a Londra. Ma la domenica saranno presenti anche i massimi esperti di orto e di potature Matteo Cereda e Pietro Isolan, youtuber del portale Orto da coltivare, che premieranno gli ortolani pavesi più bravi che si sono iscritti al concorso Ortobello (le cui foto saranno anche pubblicate sui social di Horti Aperti per il gradimento del pubblico). Non mancheranno le tavole rotonde sul giardinaggio climatico e i workshop con i vivaisti e una conferenza sul meraviglioso mondo degli insetti del giardino, con il naturalista Francesco Gatti, per vincere il pregiudizio su questi animali. Altra novità sarà il “Question Time“, con le risposte degli esperti alle domande sulle piante arrivate dal pubblico attraverso i social, un format che partirà in estate sulle pagine di Horti Aperti. Il programma completo sarà reso noto attraverso il sito e i canali social.

DIVERSE LE INIZIATIVE DI HORTI APERTI ANCHE IN CITTÀ. La manifestazione consolida il suo rapporto con l’Orto Botanico dell’Università di Pavia e avvia una nuova collaborazione con il Museo Kosmos | Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia. L’Orto Botanico, il più antico della Lombardia, del 1773, riaprirà ufficialmente il 7 giugno 2025 dopo i lavori del PNRR che hanno comportato la chiusura per un anno: sono state ampliate le collezioni e sono stati fatti lavori strutturali, in particolare sono state restaurate le serre settecentesche. L’Orto Botanico organizzerà (in collaborazione con il Laboratorio di Micologia del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, Università di Pavia), nella giornata di sabato 20 settembre, l’evento “Funghi per tutti i gusti!”, per esplorare le diverse modalità di utilizzo di questi organismi viventi, conosciuti ai più solo come fonte alimentare. Si potrà visitare la mostra Mushroom Forest dell’artista Michel Vecchi, un’installazione site-specific con funghi.

COME ACQUISTARE I BIGLIETTI 

Per evitare code all’ingresso e godere al massimo dell’esperienza di Horti Aperti, i biglietti saranno disponibili anche in prevendita online sul sito https://www.hortiaperti.com/ a partire dal 10 luglio (al prezzo di €8,00 per la tariffa giornaliera). Con lo stesso biglietto di Horti Aperti (da esibire) sarà possibile accedere all’Orto Botanico di Pavia e al Museo Kosmos dal 19 al 21 settembre a prezzo ridotto.

 

Una bella sorpresa botanica: il giardino botanico di Pietra Corva

Oggi alla Libreria della natura – e posto più adatto era difficile trovarlo! – si è tenuta la conferenza stampa dedicata alla riapertura di Pietra Corva, un vero gioiello botanico dell’Appennino ligure, che accoglie oltre 1200 specie provenienti dalle montagne di tutto il mondo. Immagine rinnovata, molte novità e un nutrito programma di eventi per adulti e bambini per tutta l’estate.
La posizione del giardino è unica, a Romagnese nell’Oltrepò Pavese, in un’area di passaggio tra diversi ecosistemi a cavallo tra Lombardia ed Emilia Romagna a poco meno di 1000 metri di quota.

Manuel Achille, sindaco di Romagnese e Assessore della Comunità montana dell’Oltrepò pavese ha ricordato come il giardino – nato negli anni sessanta per iniziativa di Antonio Ridella, veterinario e naturalista, si stia rivelando un laboratorio di osservazione del cambiamento climatico in quanto si confronta con le trasformazioni ambientali che vedono l’aumento della siccità e l’introduzione di nuove specie che prima erano considerate troppo delicate per il luogo. L’investimento sul giardino botanico alpino si inserisce in un più ampio progetto rivolto al turismo lento e sostenibile.

Carlo Gariboldi dell’Associazione Ticinum Festival,  che si occupa dell’organizzazione del palinsesto culturale, ha illustrato la formula di fruizione originale che è stata scelta per le attività nel giardino: imparare divertendosi attraverso laboratori e passeggiate tra le collezioni organizzate dalla società Ad Maiora. Tra gli interventi previsti nel programma lunedì 2 giugno Andrea Giuliacci approfondirà il tema delle estati sempre più calde, mentre il 22 giugno sarà la volta di Marco Cattaneo, direttore di National Geographic Italia che parlerà dell’acqua.

Il botanico naturalista Francesco Gatti, curatore del giardino, ha raccontato come il giardino rappresenti il luogo di incontro tra tre diverse regioni biogeografiche, quella mediterranea, l’alpina e la continentale e anche una importante rotta migratoria con la presenza di oltre 300 uccelli alcuni anche rari (come il corvo imperiale, il falco pellegrino, il gufo reale). Tra le rarità botaniche segnala Fritillaria montana, Notaofagus pumilo e Adiantum chilense. Le piante, tutte etichettate e con informazioni leggibili attraverso il Qr code, sono organizzate per ambienti.

Fritillaria montana

Qualche informazione pratica
Il giardino – di circa 3 ettari – è gestito dalla Provincia di Pavia attraverso una convenzione con il comune di Romagnese. E’ aperto al pubblico domenica 25 e 31 maggio e poi sabato, domenica e festivi da giugno a settembre dalle 10 alle 18. 3 euro il biglietto di ingresso. La prima domenica di ogni mese l’ingresso è gratuito per tutti i visitatori
Per info sui programmi https://pietracorva.com/

00. CS Pietra Corva presentazione_26.05.2025

 

 

 

Il parco azzurro Idroscalo: La lunga strada dei nostri pionieri del volo. Parte prima. Riccardo Rossetti

Ĕ pressoché impossibile scindere le vicende del Parco Azzurro dell’Idroscalo, concepito come bacino di decollo e atterraggio per gli idrovolanti, dalle vicende dei nostri gloriosi pionieri dell’aria. Già perché, scevri da compiaciuti campanilismi, si può tranquillamente affermare che le fondamenta del volo umano siano state gettate proprio a Milano nel 1486 da un personaggio di discreta fama: Leonardo da Vinci.

Lasciata la corte dei Medici, prende servizio sotto Lodovico il Moro dove realizza i primi ornitotteri, marchingegni basati sull’osservazione degli uccelli, dove il pilota, tramite braccia e gambe, fornisce impulso motorio a grandi ali. Inoltre si dedica ad altri due progetti che vedranno la luce solo secoli dopo: il paracadute e l’elicottero.

Nel 1631 nasce a Brescia, Francesco Lana De’ Terzi, considerato il fondatore della scienza aeronautica: sordomuto e di cagionevole salute, appartenente all’ordine dei Gesuiti, pubblica nel 1670 il Prodromo, un saggio dove si descrive per la prima volta una nave volante, definendo già in maniera scientificamente scrupolosa il futuro dell’aerostatica.

FRANCESCO LANA DE’ TERZI

Nel 1783 in Corso di Porta Orientale (Porta Venezia), in concomitanza alla costruzione dei primi giardini pubblici milanesi (oggi dedicati ad Indro Montanelli), il Conte Paolo Andreani assiste all’ascensione di un pallone, inventato un anno prima dai Fratelli Montgolfier.

PAOLO ANDREANI

Folgorato da quella visione, contatta immediatamente i tre Fratelli Gerli, inventori e costruttori di fama, per mettersi subito all’opera. Trascorso poco più di un anno, nei cieli di Moncucco, presso la villa del conte, prende quota la prima mongolfiera lombarda. Il successo è tale che i fautori decidono di ripetere l’esperimento a Milano di fronte ad un folto pubblico ma l’imperatore d’Austria, Giuseppe II, nega loro il permesso perché non desideroso di assistere al suicidio dei propri sudditi. In più, intima ai Fratelli Gerli di non collaborare ulteriormente con lo scapestrato conte. Ma l’Andreani non demorde: apporta modifiche al pallone, recluta due contadini di Brugherio per aiutarlo…Li fa sbronzare come si deve per smorzar loro il terrore e il 13 marzo 1784 si innalzano tutti a 1500 metri di quota atterrando 25 minuti dopo nei pressi di Carugate. L’eco dell’impresa è tale che giunge subito un invito a Parigi. Da quel momento i lanci di mongolfiere nei cieli di Milano e Lombardia si moltiplicano ma i costi elevati e i frequenti incidenti, queste le motivazioni ufficiali (nascoste da una malcelata allergia asburgica a qualsivoglia matrice francese), vietano nello stesso anno ogni esibizione del genere.

Giungiamo ora ad un personaggio meno noto, ingiustamente trascurato dalla storia, ma di importanza radicale nella storia dell’aviazione italiana: il Capitano Stephenson, al secolo Cirillo Steffanini, meglio noto come l’Aeronauta di Porta Romana.

CIRILLO STEFFANINI

Uomo di umili origini (i pionieri dell’aria erano quasi tutti aristocratici o borghesi), spericolato inventore, sognatore inossidabile, di animo generoso nascosto dietro una burbera maschera (devolveva in beneficenza gran parte dei ricavi delle sue esibizioni), dedica tutta la vita alla passione per il volo. Sui palloni a gas appeso ad un trapezio, sulle mongolfiere, a bordo del primo dirigibile militare ed infine sui progenitori degli aeroplani, il Capitano Stephenson è certamente un cardine meneghino ed italiano di un’epoca romantica dove l’entusiasmo aveva ancora la meglio sul profitto. Cirillo nasce a Milano nel 1853 e, per aiutare la famiglia in ristrettezze economiche, a 12 anni abbondona la scuola tecnica per cercare occupazione. Poco dopo si trasferisce a Lodi dove lavora sia presso la Singer, che per un’azienda inglese che produce i primi velocipedi (gli antenati della bicicletta). Nel 1886 assiste ad uno spettacolo di funamboli che si esibivano appesi ad un pallone. Tale è la sua emozione che nello stesso anno si fa rilasciare un certificato di buona salute dalla società sportiva Forza e Coraggio; è l’inizio di un’avventura che durerà tutta la vita con un record di 301 ascensioni. Dopo una breve gavetta, Cirillo fonda una propria compagnia e nel 1891, su una mongolfiera da lui ideata, prende quota dall’Arena di Milano, esibendosi in arditi volteggi…A onor del vero, in fase di atterraggio distrugge diversi tetti e comignoli ma il successo è clamoroso: “Il viaggio nell’aria, ieri sera a Milano, era sulla bocca di tutti”.

Nonostante le numerose esibizioni che da allora si susseguono, poco pratico e assai idealista, il Capitano Stephenson risarcisce ogni volta di tasca sua i danni causati ad edifici facendosi spesso truffare dagli organizzatori degli eventi. Trova almeno conforto in una fedele e dolce compagna; Mira, una femmina di bracco che lo accompagna in ogni sua esibizione, rincorrendo il pallone fino al momento dell’atterraggio del suo adorato padrone. Sono numerose le testimonianze d’epoca che descrivono il profondo legame tra i due.

Cirillo viene reclutato in seguito dalla neonata Sezione Aerostatica Militare a Roma. Tuttavia non riuscirà mai a fare carriera perché lo snobismo degli ufficiali non vede di buon occhio quell’umile saltimbanco autodidatta sempre in grado di sorprendere con nuove invenzioni: vernici impermeabilizzanti, valvole a gas rivoluzionarie e i primi paracadute…Tutte poi attribuite ad altri. Sotto la promessa, mai mantenuta, che anch’egli un giorno sarebbe stato ufficializzato aviatore, continua a svolgere i lavori più umili presso il primo aeroporto militare d’Italia a Centocelle(Roma). A 56 anni, ormai disilluso, torna a Milano per prendere servizio presso l’Aeroscalo di Baggio, continuando a svolgere modeste mansioni. Dovrà attendere i 70 anni, per ricevere il giusto tributo ai suoi sforzi. Sulla soglia della sua modesta casa in Via Washington si presentano il Comandante Nobile e parte del suo equipaggio; sono venuti a rendere omaggio ad un uomo che da sempre ammirano prima della loro rischiosa spedizione nell’Artide.

Nel 1936 il Capitano Stephenson, a cinquant’anni dalla sua prima ascensione, prende per l’ultima volta il volo sul viaggio inaugurale di un aereo di linea da Milano (Aeroporto di Taliedo, oggi Via Mecenate) a Roma. Lavorerà fino ad 82 anni per poi spegnersi il 17 febbraio 1946. Nella sua città natale, neanche una viuzza è a lui dedicata ma, nonostante ciò, siamo certi che anche adesso stia svolazzando giulivo sopra le nostre teste, attendendo il giusto riconoscimento.

Enrico Forlanini nasce a Milano il 13 dicembre 1848.

ENRICO FORLANINI

Già in giovane età dimostra un raro talento per la matematica e la meccanica. Conseguito il grado di luogotenente e frequentata la Scuola di Applicazione di Artiglieria, costruisce a Casale Monferrato nel 1873 il suo primo elicottero. Dopo la laurea al Politecnico di Milano si mette all’opera su un secondo elicottero a vapore che nel 1877 si innalzerà 13 metri sopra i Giardini Pubblici di Porta Venezia. La prodigiosa invenzione gli fa ottenere una medaglia d’oro dall’Accademia delle Scienze di Parigi. Senza un attimo di posa, deposita nel 1904 e nel 1906 due brevetti rivoluzionari; è nato l’idrovolante. Si dedica in seguito ai dirigibili, costruendo il celeberrimo Leonardo da Vinci, reso immortale dalle illustrazioni della Domenica del Corriere. Per quanto interessato anche agli aeroplani, non ne costruisce mai uno vero e proprio, forse perché rapito dal romanticismo di un’epoca. Muore a Milano il 9 ottobre 1930, lasciando ad altri la follia del secondo conflitto mondiale, dominato dal terrore dei bombardamenti aerei.

In Trentino, nel 1886, nasce Giovanni Battista Caproni; futuro genio dell’aeronautica celebrato ancora oggi in tutto il mondo.

GIANNI CAPRONI

Consegue una laurea in ingegneria civile a Monaco di Baviera a soli 21 anni e ne prende una seconda in elettronica in Belgio. Cerca finanziamenti per le sue idee nel campo aeronautico ma non ne trova. La Divisione Militare di Milano gli concede comunque di poter sperimentare i suoi apparecchi nei pressi della Cascina Malpensa; senza dubbio questo evento è da considerarsi il punto di partenza della futura industria aeronautica italiana. Con poco denaro, coadiuvato dal fratello Federico, su un terreno dissestato, in un hangar scassato e avendo come pilota, un’autista di corriere postali, nel 1910 un biplano prende finalmente quota…Per schiantarsi quasi subito. Miracolosamente l’improvvisato aviatore ne esce illeso. I seguenti insuccessi non fermano l’Ing. Caproni che, raggiunto il successo con il biplano, passa al mono. Nel 1917 rileva la Società per lo Sviluppo dell’Aviazione in Italia: nascono così l’Aeronautica Caproni e il primo aeroporto di Milano a Taliedo (Via Mecenate).  In seguito(1937), non distante, nascerà l’Aeroporto di Linate (intitolato ad Enrico Forlanini) preceduto(1930) da un idroporto di vita breve, noto oggi come Parco Azzurro Idroscalo. Nell’arco della sua vita Gianni Caproni costruisce 180 velivoli e deposita più di 150 brevetti ma con il boom economico le Industrie Caproni tracollano velocemente. Si spegne a Roma il 27 ottobre del 1957, lasciando un’eredità ancora oggi indelebile.

Fine prima parte

RICCARDO ROSSETTI

Londra: nuovi giardini o giardini rivisitati

LEWIS CUBIT PARK EVA ROTHSCHILD SCULTURA king’s cross

Mancavo da Londra da quadi 8 anni e mi ero annotata alcuni luoghi da visitare: in primis King’s cross che avevo lasciato in uno stato di enorme cantiere e che oggi è un bellissimo luogo di residenze, anche di housing sociale, di uffici, di spazi liberi per sostare, consumare uno spuntino o lavorare al pc, e di tanti giardini originali e ben disegnati (in primis di Tom Stuart Smith e Dan Pearson). Quello che mi ha colpito, e non solo qui, è la disponibilitò per i cittadini e i turisti di spazi liberi e indipendenti dal consumo commerciale (proprio come a Milano, dove ormai non c’è un marciapiede libero da tavoli e sedie di bar e ristornati!).
Poi ho ammirato la recente riprogettazione dei giardini del Barbican, complesso residenziale e di uffici un pò triste degli anni settanta, a cura di Nigel Dunnett: in questo periodo grandi masse molto omogenee di euforbie, allium, nepeta, geranium, e poco altro. Insieme bello ma un pochino privo di varietà che sicuramente aumenterà con il progredire delle stagioni.

Anche le praterie della Tower of London in questo momento sono belle ma non come le avevo viste in foto: forse saranno più belle più avanti nella stagione o forse si sono un pochino impoverite. Ma comunque interessanti.

Il giardino del Garden museum è uno dei luoghi che amo in modo particolare: la riprogettazione di Dan Pearson è delicata, anche se l’inserimento (inevitbile, per carità) del bar/ristorante ha tolto un pochino l’effetto suggestivo del giardino segreto che aveva prima dell’intervento.
Nel prossimo post illustrerò uso delle piante e delle aiuole in giro per la città

Ecco alcune immagini

King’s cross la grande piazza con le fontane dove si bagnano i bambini che vengono portati con indosso i costumi da bagno

King’s cross tanti spazi dove sostare con belle sedute

King’s cross

King’s Cross: Jellicoe garden di Tom Stuart Smith, una delicata e molto raffinata rivistazione del giardino persiano

JELLICOE GARDENS: il gioco dell’acqua sul modello del giardino persiano

JELLICOE GARDENS: la grande struttura-pergola

HANDYSIDE GARDENS DAN PEARSON, il primo giardino aperto a King’s Cross. La vegetazione è stata piantata in aiuole rialzate bordate di corten. Bello il tema dell’acqua in piccoli canalini che scorrono ai piedi delle aiuole a richiamare il pattern dei binari dell’antica ferrovia. La fioritura bianca è di Libertia chilensis

HANDYSIDE GARDENS

 

HANDYSIDE GARDENS : piccolo esemplari di Heptacodium miconioides e sfere di Helichrysum petiolare

CAMLEY STREET NATURAL PARK king’s cross, una bella oasi naturale a fianco del Regent Canal

CAMLEY STREET NATURAL PARK king’s cross

CAMLEY STREET NATURAL PARK king’s cross

Barbianc i beech gardens di Nigel Dunnett

Barbican particolare delle aiuole con un bel contrasto tra Sambucus nigra ‘Black beauty’ed euforbie

GARDEN MUSEUM

Le piccole serre progettate da Dan Pearson

 

Un altro scorcio del garden museum

Sono tornata a vedere il piccolo community garden vicino a Charing Cross, Phoenix garden: in ottime conzioni e leggermente ampliato

Sempre Phoenix Garden

Solo spiato dall’estareno perchè privato Eccleston square garden, ricco di arbusti stupendi e molto interessante nel disegno da quel che ho potutto intravvedere

Londra cartoline sulle piante e sulle aiuole

Una bellissima Hydrangea petiolaris si arrampica su un grande albero, Eccleston square gardens

Ecco alcune immagini prese qui e là

Carpino sopra e bosso sotto

Fucsie mescolate con altre essenze

Amsonia e Thalicrum in un’aiuola a King’s cross

Bunhill fields cimitero suggestivo del 1700 con erbe semplici

COTINUS E ALLIUM

Echium e rose, Eccleston square gardens

Ceanothus arboreus sempre ad Eccleston square gardens

EUPHORBIA MELLIFERA

nuovi allestimenti di aiuole a cura di cittadini

Restaurati i giardini formali della Villa di Celle

Il prossimo 8 giugno 2025, la Villa di Celle, a Santomato, celebra un momento importante della sua storia: la conclusione del restauro dei suoi giardini formali, situati sul fronte principale della villa, con una straordinaria apertura al pubblico in orario diurno, a partire dalle ore 15,30. Vi sarà una visita guidata ai giardini, curata dall’agronoma Simona Giorgini, seguita, alle ore 18, da un concerto di musica barocca a cura del quartetto I fiori armonici.
Il restauro dei giardini formali e il censimento/mappatura digitale delle piante del parco ottocentesco sono stati resi possibili grazie al finanziamento ricevuto dal PNRR cultura, M1C3, Investimento 2.3 – Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici .

I giardini si inseriscono in un più ampio disegno architettonico e paesaggistico che caratterizza molte dimore gentilizie toscane. La villa sorge infatti su un terrapieno prativo, raccordato al piano inferiore da un imponente scalone a doppia rampa ellittica, che incornicia una grande vasca ornata da mosaici decorativi. Le rampe conducono a una terrazza inferiore dove trovano posto filari di limoni a spalliera e un’aiuola semicircolare, preludio a due giardini all’italiana speculari, racchiusi da antiche murature e accessibili attraverso cancelli in ferro battuto, sovrastati da due leoni in pietra. I giardini, un tempo affacciati sull’antico viale di accesso alla villa, oggi chiuso da una cancellata monumentale e ombreggiato da grandi conifere, sono impreziositi da agrumeti e siepi di bosso potate geometricamente. Nei pressi si trova anche un pomario con varietà fruttifere tradizionali.

L’apertura straordinaria dell’8 giugno sarà anche un’opportunità per il pubblico di scoprire da vicino questo tesoro restaurato, e per celebrare il dialogo virtuoso tra memoria storica, cura del patrimonio e sostenibilità paesaggistica.

 

Ore 18  Fiori Armonici

Concerto di musica barocca; Isacco Burchietti, violino; Teresa Dereviziis, violino; Andrea Sernesi, violoncello; Silvia Morosi, clavicembalo

Per informazioni:

Info@goricoll.it

Estratto dal c.s. Giardini formali c.s.

 

Orticola 2025

Una bellissima scenografia da prato fiorito di Zanelli

Come sempre ho deato un pomeriggio del primo giorno a visitare gli stand di Orticola e ogni anno scopro sempre delle piante interessanti.
Ecco alcune mie segnalazioni.

Intanto alcune scenografie che ho ammirato

Allestimento del vivaio Il giardino di Massimo Perazzi

Da Arborea farm  ZANTEDESCHIA RITA E SALIX INTEGRA HAKURO NISCHIK

Divertente la “giungla” di Ingegnoli

Ecco le piante che ho trovato interessanti e in alcuni casi inconsuete

UN VERO ESPLORATORE BOTANICO AGNELLI CHE PROPONE MOLTE INTERESSANTI PIANTE MEDITERRANEE, COME ARGYROCYTISUS BATTANDIERI , DALLE FOGLIE GRIGIE VELLUTATE E FIORITURA A SPIGA GIALLA IN PRIMAVERA. TOLLERA MOLTO BENE LA SICCITA’

Sempre Agnelli propone Cistus salvifolius che avevo conosciuto in Portogallo, piccolo con fiorellino bianco, un bel tappezzante

Sempre Agnelli propone ARGYROCYTISUS BATTANDIERI , un delizioso iperico mediterraneo

Foglie interessanti…

ACANTHUS WHITEWATER dalle foglie straordinarie

ALOCASIA ZEBRINA

Una bellissima collezione di mughietti da Raziel

Un bell’accostamento BLETILLA E MUELENBECKIA

Da Cascina Bollate Itea virginica, bell’arbusto da mezz’ombra

BRUNFELSIA CALYCINA vivaio anna PEYRON

Da cactusmania Portulacaria afra bonsai

Beatrice Consonni: Viburnum opulus O’ Canada dalle foglie di un verde chiaro delicato

Consonni :VIBURNUM CASSINOIDES LITTLE DITTY , viburno compatto alto max 1 metro

Da Fabio Giani una clematide porpora ‘Niobe’

Da Mondo rose EUPHORBIA PEROTOCARPA FIORISCE TUTTA ESTATE ALTA 2 M

PECCATO VEGETALE: EUPATORIUM SORDIDUM DA MEZZ’OMBRA

PTERIS CRETICA ALBOLIEANATA, DELICATA SOLO DA INTERNO

vivaio Tara: HYDRANGEA RUNAWAY BRIDE

Piante pazze: bella collezione di orchidee rustiche

 

A Osaka grazie a Mancuso si possono scoprire i segreti delle piante

installazione Mancuso Osaka

a EXPO 2025 Osaka, in Giappone, l’installazione dello scienziato Stefano Mancuso svela per la prima volta la vita segreta delle piante. 

Fino al 13 ottobre 2025The Hidden Plant Community porta nel cuore dell’esposizione universale il valore della ricerca italiana e fa capire cosa significa vivere come un albero attraverso l’esperienza immersiva di un paesaggio sonoro e cinetico.

Un’esperienza unica permette per la prima volta di vedere il mondo dalla prospettiva di un albero e di percepire intuitivamente cosa significa vivere come una pianta. L’installazione interattiva, The Hidden Plant Community, porta nel cuore della Foresta della Tranquillità di EXPO 2025, a Osaka, in Giappone, l’eccellenza della ricerca italiana nel pionieristico campo dell’etologia vegetale. Ideata e realizzata da PNAT Project Nature, il collettivo di scienziati, botanici e designer fondato dal neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, questa Comunità delle piante invisibili coniuga arte e scienza per tradurre in suoni e luci la vita segreta degli organismi vegetali. Obiettivo: permettere finalmente al pubblico di osservare con gli occhi e con il cuore i movimenti e le funzioni di questi esseri viventi attraverso il linguaggio dell’arte, per abbandonare la visione antropocentrica del mondo e cogliere l’esistenza da una prospettiva più ampia. The Hidden Plant Community sarà in mostra fino al 13 ottobre 2025.

Un’altra importante funzione svolta dalle piante per la nostra salute, ovvero la loro capacità di purificazione dell’aria dalle sostanze inquinanti negli interni, viene esplicitata dal Professor Stefano Mancuso a Expo Osaka in Building Biospheres, il Padiglione del Belgio, del paesaggista Bas Smets, per il quale il botanico italiano ha curato la consulenza scientifica. Inoltre, il lavoro scientifico di PNAT e l’intelligenza delle piante sono protagonisti alla Biennale di Architettura di Venezia 2025 (dal 10 maggio fino al 23 novembre 2025) con l’installazione Fabbrica dell’Aria Pavilion, all’interno delle Corderie dell’Arsenale, dove viene presentato per la prima volta il dispositivo di bio-filtrazione vegetale stand alone Fabbrica dell’Aria.2 progettato dagli scienziati di PNAT per le abitazioni e gli ambienti di lavoro. 

Per approfondire 00. cs PNAT – expo Osaka_5.05.2025

Fonte BElive

Giardini in viaggio Laura Pirovano