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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

XXXIV CORSO DI AGGIORNAMENTO SUL GIARDINO STORICO 2024

Il corso 2024, dedicato al fondatore PATRIZIO GIULINI, al suo sapere botanico in difesa del patrimonio naturale, avrà come tema
Il paesaggio può salvare il pianeta?

Il paesaggio, risultato di un continuo processo di trasformazioni e di stratificazioni, frutto della relazione tra fenomeni naturali e azione antropica, è l’espressione della storia e della geografia di un territorio, delle pratiche e dei valori sociali degli abitanti che vi sono insediati.

Nella nostra quotidianità, a questa incessante metamorfosi, a questa dialettica di grandi e piccole mutazioni si sono ora sommati l’impatto della crisi climatica globale e la conseguente constatazione della fragilità del pianeta.

In che modo la crisi eco-climatica contemporanea si riflette nei paesaggi che ci circondano?

In che modo la nostra percezione di questi paesaggi è trasformata dalla consapevolezza del cambiamento ambientale globale?

In che misura la necessità percepita di reagire, di adattarsi a ciò che minaccia l’abitabilità del pianeta porta a una trasformazione delle pratiche progettuali e delle politiche nel campo del paesaggio?

Queste domande saranno al centro del XXXIV corso promosso dal Gruppo Giardino Storico-Università di Padova. Riteniamo, infatti, che riferirsi al paesaggio come forma e livello di comprensione della complessità dei processi naturali, culturali e sociali che modellano e fanno evolvere i nostri ambienti ma anche come campo di azione e di creazione possa essere un giusto approccio ai problemi posti all’umanità dalla crisi eco-climatica globale che stiamo vivendo.

Di fronte a fenomeni estremi è necessario assumere una mentalità di prevenzione per ridurre il rischio e il costo sociale della transizione. La vulnerabilità della Terra ci chiede oggi di adottare una nuova cura. La complessità e il valore sistemico che improntano il paesaggio possono indicare la strada per immaginare, progettare e realizzare nuovi paesaggi, frutto del confronto multidisciplinare, dell’attività di ricerca e sperimentazione di nuove competenze e di politiche coraggiose.

Il pianeta ci chiede di abbassare le temperature e ridurre la precarietà dei sistemi urbani, di presidiare le montagne e contrastare gli incendi e il dissesto idrogeologico, di risparmiare l’acqua e diminuire la siccità: tutto ciò si tradurrà in nuovi paesaggi. Nuovi paesaggi energetici, portatori di contenuti formali, simbolici ed estetici, consoni ai luoghi d’impianto, ma anche rappresentativi dei valori della nostra epoca; paesaggi futuri per curare la terra e sfamare l’umanità, imparando da quei paesaggi ereditati che sono sopravvissuti al successo dell’agricoltura industriale.

Come progettare questa nuova azione paesaggistica che tenga conto, alla grande scala, dei problemi eco-climatici incombenti e nello stesso tempo non dimentichi la complessità delle situazioni locali, delle molteplici forme di rapporto culturale con le realtà ambientali?

Quali esperienze sono già state fatte in questo campo e quali conclusioni se ne possono trarre?

Torneremo quindi a occuparci anche del giardino storico, l’argomento che ci contraddistingue, non come di un soggetto di ricerca e sapere chiuso, ma piuttosto come di un punto di partenza per una riflessione più complessiva sul paesaggio e come di una risorsa in termini di conoscenze scientifiche, tecniche, botaniche e ambientali, sviluppate, sperimentate e sedimentate nei secoli.

Come curare i giardini storici in quest’epoca di cambiamenti climatici? Su quali valori puntare? Come progettare una loro gestione che garantisca continuità e trasmissibilità dei dati? Come si sta procedendo nel restauro dei giardini storici italiani finanziati dal PNRR il cui obiettivo è anche di favorire le funzioni che hanno dirette ricadute ambientali (riduzione dell’inquinamento ambientale, regolazione del microclima, generazione di ossigeno, tutela della biodiversità)?

Per analizzare questi fenomeni saranno presentati come di consueto diversi punti di vista, oltre agli strumenti che permettono di comprenderli e analizzarli. Riflettere su questi problemi, coniugando la storia del paesaggio e del giardino con le esigenze oggi poste dalla fragilità del pianeta, è il compito che si dà il XXXIV corso del Gruppo Giardino Storico dell’Università di Padova. 

Antonella Pietrogrande, Gruppo Giardino Storico Università di Padova

Alcuni degli illustri relatori

Serge Briffaud – École Nationale Supérieure d’Architecture et de Paysage de Bordeaux; Giuseppe Barbera – Università degli Studi di Palermo, Associazione Parchi e Giardini d’Italia, Fondazione Benetton Studi Ricerche; Michael Jakob – Haute École du Paysage, d’Ingénierie et d’Architecture HEPIA di Ginevra, Università di Grenoble, Politecnico di Milano; Tessa Matteini – Università di Firenze Dipartimento di Architettura DIDA;  Michela De Poli – MADE associati architettura e paesaggio, Università di Bologna; Mathieu Gontier – Wagon Landscaping, Parigi; Anna Lambertini – Università di Firenze Dipartimento di Architettura DIDA

GGS-ProgrammaCorso2024

Per iscriversi al corso http://www.giardinostoricounivpadova.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1724&Itemid=178

 

 

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Commenti (1)

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    Paola scarpa

    |

    Ormai sono troppo vecchia.Abito a Venezia e tanti anni fa con un gruppo di aMiche fondammo il Garden Club di Venezia.Ricordo bene il professor Giulini e lo rimpiango.Peccato non poter più seguire un corso tanto interessante…una delle mie troppo rinunce ora! Paola Scarpa

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