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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Giardinieri: una delle 10 professioni del futuro

Un articolo di Federico Rampini, apparso il 14 febbraio su La Repubblica, riporta in sintesi i risultati di una indagine americana che contiene proiezioni sul trend delle assunzioni negli Usa fino al 2018. Lo studio si basa su una importante ricerca del U.S. Bureau of Labor Statistics rielaborata dal Georgetown University Center on Education and the Workplace consultabile sul sito http://cew.georgetown.edu/jobs2018/.
I settori trainanti per le assunzioni sono tutti nella sfera delle attività cosiddette “ancillari”, di servizio: oltre ad una crescita molto sensibile di camerieri e addetti alla ristorazione, camionisti, assistenti sanitari a domicilio, addetti al servizio clienti e infermieri, si prevede che l’economia americana assorbirà il 18% in più di giardinieri. Una indagine che fa molto riflettere per le possibili ripercussioni anche nella situazione del nostro paese.  

Testo integrale articolo di Rampini, Repubblica 14.2.2011 http://www.repubblica.it/economia/2011/02/14/news/rampini_lavoro-12432901/

Class action contro lo smog a Milano

Il Consigliere comunale Capogruppo dei verdi a Milano, Enrico Fedrighini, ha promosso una importante iniziativa per prendere posizione sulla spaventosa situazione dell’inquinamento atmosferico che sta minando la salute dei cittadini milanesi.
Si tratta dell’avvio di un’azione legale civile per il risarcimento del danno alla salute provocato dalla colpevole inerzia di Regione Lombardia e Comune di Milano.
Una sorta di “class action” alla quale ciascun cittadino può aderire sottoscrivendo e diffondendo il più possibile l’appello sul sito
www.greg.it/ariapulita/
Per approfondire vedi documento

Lunedì sostenibili

Iunedi sostenibili sono una serata al mese a Milano dedicata al verde e alla socialità, un lunedì sera dove associazioni e persone che si occupano di verde urbano etico possono conoscersi, auto-presentarsi, illustrare i propri progetti, cercare eventuali sinergie e, tra amici, bere un buon drink o una tisana.
I lunedì sostenibili nascono per lo scambio di opinioni, conoscenze, informazioni, l’intrecciarsi di progetti e entusiasmi per un sogno comune: città più verdi e vivibili, che abbiano la bio-diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali, città multiculturali, con parchi agricoli, energia pulita, bio-architettura, tetti ricoperti di orti/giardini, città dove ritrovare il contatto con la ciclicità della vita e i suoi ritmi: il tempo della fioritura, della maturazione, della raccolta. Il ricco e pacato tempo degli orti.

PROGETTO di: Emina Cevro Vukovic
con la COLLABORAZIONE di: Simone Ugolini
TEAM PROGETTUALE: Emina Cevro Vukovic (project manager)
  Araceli de la Parra
  Anna Lagorio
  Elisabetta Tonali
  Simone Ugolini
  Elena Barbara Vannini
  Lucia Paciello
  Stefano Montani

Prossimi LUNEDI’ SOSTENIBILI

Lunedi 21 febbraio c/o AmazeLab, via Cola Montano 8, ore 20,30 , il verde urbano con Claudia Zanfi, ideatrice e coordinatrice del progetto GreenIsland: arte-spazio pubblico, verde urbano; Marinella Mandelli e Laura Pirovano, fondatrici VerDiSegni , associazione per la diffusione della cultura del verde; Alberto Callari e Francesco Radino, fotografi del paesaggio, narratori di giardini  privati con valenza pubblica:  un bosco di melograni in un cortile industriale della Bovisa…

Lunedi 21 marzo,c/o Spazio Pervinca, viale Stelvio 52, dalle 20,30, le erbe spontanee commestibili. Workshop condotto da Davide Ciccarese, agronomo, ecoattivista, autore di Cucinare le erbe spontane, su :  riconoscere, assaggiare, coltivare le erbe spontanee. Gara di cucina con degustazione di preparazioni creative a base di “erbacce”, partecipano Geraldina Strino, Davide Ciccarese, Tour de Fork , Emina Cevro Vukovic. Le iscrizioni alla gara sono ancora aperte, proponetevi!

I temi che vogliamo trattare nei prossimi Lunedi Sostenibili:

EDUCARE AL VERDE, ORTI NELLE SCUOLE E NON SOLO;
PARETI E TETTI VERDI, DIVERSE SOLUZIONI TECNICHE A CONFRONTO;
IL VERDE E’ BELLEZZA;
IL DESIGN CHE ACCOGLIE IL VERDE;
PROGETTARE UN ORTO URBANO,DESIGN SOCIALE PER UNA CITTA’ PIU’ VERDE;
LE RADICI, IL CERVELLO DELLE PIANTE

Per maggiori informazioni consulta il sito www.lunedisostenibili.org/

Performing gardens. Portale italiano dei parchi d’arte contemporanea

Vi segnalo un nuovo portale dedicato ai Parchi d’arte contemporanea: Performing gardens, ideato dall’Associazione culturale Teatro dei fili, consultabile all’indirizzo internet www.performingardens.org.
L’iniziativa si propone come un network culturale per lo sviluppo e la promozione del territorio e delle Arti contemporanee fornendo un’alternativa turistica valida attraverso la valorizzazione di luoghi artistici che meritano di essere conosciuti e apprezzati.
Al momento all’iniziativa hanno aderito una trentina di enti, tra cui Parco di Pinocchio, Fondazione André Heller, Bosco della Ragnaia, La Marrana Arte Ambientale, Castello di Ama; in prospettiva si prevede un allargamento del network italiano e una apertura ad iniziative presenti sulla scena internazionale.
Per ogni parco viene fornita una breve descrizione e le informazioni utili per organizzare una visita.
Per informazioni
Associazione culturale Teatro dei fili, info@performingardens.org; cell 348/8969778

Per maggiori informazioni leggi il comunicato stampa 

In viaggio per giardini con la Manchester Language School

Ormai da dieci anni faccio abitualmente viaggi sul tema del giardino. Molti dei miei primi viaggi professionali in Gran Bretagna li ho fatti  con la Manchester Language School esplorando i giardini storici del Lake District – tra cui lo straordinario giardino di arte topiaria Levens Hall, Tattoon Park con lo stupendo japanese garden e l’indimenticabile Wallerton Old Hall che si ispira a Sissinghurst -, i giardini irlandesi, quelli del Norfolk e ancora una rassegna di giardini contemporanei tra cui il Garden of cosmic speculation di Charlese Jencks, il giardino privato della paesaggista Arabella Lennox-Boyd e i giardini di Alnwick Castle progettati da Wirtz.
Tutti questi viaggi sono stati per me una esperienza formativa e umana molto importante perché organizzati in piccoli gruppi di appassionati e di paesaggisti e, soprattutto, perché a condurli, in qualità di guida scientifica, è sempre stato un personaggio davvero unico, che poi è diventato per me un carissimo amico, Michaeljon Asworth, storico dei giardini e straordinario conoscitore delle piante.
Per tutti questi motivi segnalo caldamente a tutti gli appassionati dei giardini il sito della Manchester Language School dove sono consultabili tutti i garden tours dei prossimi mesi.
http://www.manchesterlanguageschool.co.uk/Pages/EnglishHolidayCourses/
EnglishGardenTours/course.htm
Per chi volesse informazioni è possibile scrivere una mail alla paesaggista inglese Clare Littlewood clare.littlewood@libero.it che vive in Italia e che accompagna regolarmente tutti i viaggi assieme a Michaeljon.

Michaeljon e Silvia a lezione di acquerello, Norfolk, 2009

Bill della Manchester Language School a Hoveton Hall Gardens, Norfolk, 2009

Clare e Silvia abbracciano un albero a Fairhaven Garden, Norfolk, 2009

La Scarzuola di Tomaso Buzzi (Pubblicato su VerDiSegni informa N. 3, 2010)

“L’ultimo giardino rinascimentale del 1900”, così ha definito La Scarzuola il famoso giornalista-scrittore della BBC Monty Don [1], grande esploratore e narratore di giardini in giro per il mondo.

Una definizione che può risultare per molti versi calzante per un luogo che, oltre ad essere un giardino è anche e soprattutto una sorta di città ideale, compendio fantasmagorico e allegorico del percorso artistico ed intellettuale e delle passioni architettoniche (da Villa Adriana, a Bomarzo, al Teatro olimpico di Vicenza, ai palazzi ducali di Sabbioneta e di Urbino, al Partenone fino al Palazzo ideale del Postino Cheval) artistiche (Arcimboldi, Escher) e filosofiche (esoteriche e massoniche) del suo ideatore, il famoso architetto Tomaso Buzzi che lo ideò e parzialmente realizzò in quasi trent’anni nelle adiacenze di un convento duecentesco fondato da San Francesco d’Assisi.

Il complesso, tutto del colore dorato della pietra di tufo, si rapporta, nella sua scenografica teatralità, in modo sorprendente con l’incantato paesaggio delle colline umbre che lo circonda.

Il visitatore viene guidato nell’itinerario di esplorazione di questo luogo magico, sorprendente, fantastico e sovraccarico di simboli, iscrizioni e messaggi in codice, dal nipote di Buzzi, Marco Solari, personaggio singolare in sintonia con il luogo e cicerone scanzonato e ironico che, a partire dalla morte dello zio nel 1981, ha raccolto il testimone dedicando la sua vita al completamento dell’opera sulla base dei disegni originari di Buzzi.

Il complesso si sviluppa dentro una spirale formata da una successione di pergolati e prima di giungere al suo centro si attraversa un giardino segreto boschivo che occupa gli spazi di quelli che erano gli orti dei frati, lungo un percorso costellato da tunnel vegetali, specchi d’acqua pieni di lenticchie acquatiche (Lemna minor) e di ninfee e circondato da una vegetazione lussureggiante di impronta naturalistica. Un bosco iniziatico ideato appositamente per nascondere alla vista la città ideale, luogo che nell’intento del suo ideatore non tutti devono vedere.

Suscita una forte emozione e quasi un senso di straniamento la vista dall’alto della cittadella – una sorta di acropoli circondata da mura su cui si apre una successione di porte e costituita da una varietà di edifici collegati tra loro da scale, gradinate, portici, loggiati e costellata da torrioni, statue, mostri dalle larghe fauci che rievocano quelli di Bomarzo, iscrizioni simboliche e motti cifrati e sovraccarica di riferimenti e citazioni.

Al centro il Teatro all’aperto – che inaugura la serie delle 7 scene teatrali che scandiscono  l’itinerario da quello dell’Infinito a quello del Non-finito, a quello dell’acqua e delle api  concludendosi nello splendido Teatro d’erba – con le gradinate inerbite e circondato da filari scapigliati di alti cipressi che sottolineano l’andamento verticale dell’asse che conduce dalla statua di Pegaso alato ma con i piedi in terra fino al grande anfiteatro di verzura. Un complesso architettonico tutto giocato sul tema del teatro declinato anch’esso, come tutta la città ideale, sul numero magico del sette. Teatro squisitamente di paesaggio che ripropone il fascino barocco di certi luoghi come l’isola Bella sul Lago Maggiore e che sa creare, in perfetta aderenza con i rilievi del terreno, un sapiente gioco di ombre e luci, che a mio avviso raggiungono apici di grande bellezza nel teatro d’erba dove le ombre proiettate dai tronchi dei cipressi si stagliano in maniera netta e mutevole sulle curve del terrapieno fiancheggiato dalla bella scalinata incorniciata da coppie di colonne e pilastri. Il modo migliore per godere delle suggestioni di questo luogo speciale è quello di abbandonarsi alle emozioni visive evitando la tentazione di decodificare a tutti i costi i molteplici simboli e le innumerevoli metafore rappresentate dal delirio creativo del suo inventore.

Scarzuola, Monte Gabbione

Scarzuola, Monte Gabbione

Scarzuola, Monte Gabbione

Scarzuola, Monte Gabbione

Scarzuola, Monte Gabbione


[1] Autore della trasmissione trasmessa dalla rete televisiva inglese “Around the world in 80 gardens”, dalla quaale è stato tratto l’omonimo libro pubblicato nel 2008 e il DVD.

Aiutiamo il Bosco in città!

Un’altra brutta notizia che riguarda il verde di questa nostra infelice cittò: l’Amministrazione comunale ha respinto la richiesta di proroga della convenzione con Italia nostra per la gestione del Bosco in città. In realtà non c’è nessun buon motivo che giustifichi questa decisione se pensiamo che il Bosco in città, grazie al ruolo e all’impegno di Italia nostra da oltre tre decenni, è un fiore all’occhiello non solo tra i parchi urbani di Milano ma rappresenta una realtà nota e apprezzata a livello internazionale.

Invito tutti quelli che hanno a cuore il verde della nostra città a firmare la petizione online sul sito http://www.greg.it/bosco_in_citta/

Per maggiori informazioni vedere articolo apparso su La repubblica del 15.12.2010 https://www.giardininviaggio.it/giardininviaggio/wp-content/uploads/2011/02/BoscoInCittà1.pdf

Spunti da una conversazione radiofonica di Paolo D’Angelo su Estetica e Paesaggio

Intervista trasmessa su Radio 3 a Fharheneit il 23 dicembre 2010

Paolo D’Angelo, docente di Estetica all’Università Roma 3, ha appena pubblicato il saggio “Filosofia del paesaggio” presso l’editore Quodlibet. Le tesi esposte nel suo libro e più in generale le relazioni tra estetica e paesaggio sono state l’oggetto di una interessante chiacchierata radiofonica.

Mi sembra interessante riprendere qui brevemente alcuni passaggi dell’intervista che meglio si prestano a ulteriori riflessioni e approfondimenti.

  1. Le ragioni dell’ambiente e quelle del paesaggio

Il termine “ambiente”, oggi divenuto quasi onnipresente, è venuto alla ribalta a partire dagli anni ’60 e spesso è stato impropriamente utilizzato come sinonimo di paesaggio ingenerando non pochi problemi concettuali e contraddizioni (è curioso che l’istituzione italiana che per eccellenza è nata per la protezione delle bellezze naturali si chiami FAI, Fondo Ambiente).

Un esempio per tutti le pale eoliche, utili dal punto di vista ambientale in quanto produttrici di una energia pulita alternativa alle tradizionali risorse energetiche, ma che possono provocare, specie nel nostro contesto, forti devastazioni dal punto di vista paesaggistico. Ma anche gli impianti fotovoltaici possono procurare danni se usati su larga scala nella misura in cui distolgono vaste zone di territorio dagli impieghi agricoli. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a due esigenze contrapposte. Non si può lasciare il singolo (ad esempio l’agricoltore che ha un evidente vantaggio economico ad abbandonare l’uso agricolo-produttivo del proprio territorio a favore di una tecnologia molto più redditizia) a sostenere tutto il peso della scelta. Vanno tenute presenti due cose: l’agricoltura può contribuire molto al mantenimento di un paesaggio e di un ambiente sano e quindi anche bello; non bisogna limitarsi a fare calcoli a breve termine perché nel medio-lungo periodo la salvaguardia del paesaggio diventa proficua anche dal punto di vista economico (una per tutte le ricadute sul turismo).

Ambiente e paesaggio possono essere due formidabili alleati: un paesaggio bello dal punto di vista estetico è anche ecologicamente sano e utile per chi vi abita.

La funzione del mondo agricolo nella tutela del paesaggio va incrementata sia a livello nazionale che europeo.
Un’ultima considerazione riguarda poi il fatto che spesso le decisioni prese a livello strettamente locale ingenerano distorsioni, mentre quelle prese a una certa distanza risultano più equilibrate: un esempio riguarda il fatto che in molti casi la tutela di certi luoghi naturali riceve il supporto non tanto degli abitanti della zona ma da coloro che hanno scelto questi luoghi come mete di svago (vedi il Monte di Portofino).

  1. L’invenzione del paesaggio come esperienza estetica

Il modo nuovo di guardare siti naturali nasce con l’umanesimo. Il primo a introdurre una contemplazione della natura fine a se stessa è Petrarca che sale sul Monte Ventoso, intraprendendo una escursione in un luogo impervio solo per vedere come appare un paesaggio, al di là di ogni utilità, come pura e semplice esperienza estetica.

Il paesaggio non è immobile e uno dei suoi più grandi nemici è la concezione museale.

I paesaggi cambiano continuamente nel tempo anche per il sopraggiungere di nuove essenze e di nuove colture (vedi i cipressi toscani portati solo in epoca romana o la trasformazione dei paesaggi mediterranei con la comparsa dei fichi d’India e degli agrumi); l’importante è il mantenimento della natura del luogo e della sua identità.

  1. La legislazione italiana

Noi abbiamo un’antica e articolata tradizione legislativa in materia di tutela del paesaggio (i capisaldi la legge del1922 ispirata da Benedetto Croce, la legge del 1947 del Min. Bottai, l’articolo 9 della Costituzione che detta un legame molto stretto tra paesaggio e patrimonio artistico, il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio). Ma il problema è la troppa dispersione di competenze tra organismi con una frammentazione che produce lentezza nel processo decisionale e incoerenze.

Verticalità

Un  motivo che può ispirare una composizione di erbacee perenni è quello della verticalità scegliendo essenze per la loro altezza: le spighe slanciate di Veronicastrum associate ora con Veronica (Foto 36) ora con Nepeta ‘Giant Hill’ (Foto 36 bis).

Un’altra interessante erbacea che dà un accento verticale a un bordo misto è Macleya cordata dalle belle infiorescenze brunite e dalle foglie che ricordano quelle della vite, che si combina bene con Eremurus (Foto 37, giardino di Houghton Hall nel Norfolk) o con i carciofi utilizzati come essenza ornamentale (Foto 38, Bishop Garden a Norwich) o, ancora, con la scabiosa (Foto 39 sempre a Houghton Hall).

La digitale è molto adatta a questo scopo e Beth Chatto la propone in un felice abbinamento con Thalictrum luteum (Foto 40). La bella e sottile Verbena bonariense può essere utilizzata per dare un accento di verticalità e si associa bene con la leggerezza del Foeniculum (Foto 41). Infine una graminacea leggera come Molinia caerulea si sposa molto bene con Salvia uliginosa (Chaumont, Foto 42).

036 Veronicastrum e nepeta Somerleyton Hall Norfolk

037 Eremurus e Macleya cordata

038 Carciofi e Macleya cordata

039 Macleya cordata e Scabiosa

040 Digitalis alba e Thalictrum luteum

041 Verbena bonariensis e Foeniculum

042 Molinia caerulea e Salvia uliginosa

Giardini in viaggio Laura Pirovano