Sabato 16 aprile, Castagnole Monferrato (AT) – casa degli alfieri: pomeriggio Seconda lezione di giardinaggio per giardinieri planetari alla “casa ... Leggi Tutto
Il Consiglio comunale ha approvato una proposta di delibera del Consigliere Fedrighini che prevede l’accorpamento dei Cinque referendum sull’ambiente e ... Leggi Tutto
Seconda parte: alcune piste per trovare semi, bulbi e perenni Dove trovare i semi Ingegnoli http://www.ingegnoli.it/negozio/index.php Il celebre vivaio di ... Leggi Tutto
Julia Crawford, Mien Ruys. The mother of modernist gardens, foreword by Noel Kingsbury, Lund Humphries, 2023, 144 pp.
Mien Ruys è stata una dei grandi protagonisti dell’architettura del paesaggio del 1900: architetto e grande conoscitrice delle piante in quanto ha avuto una esperienza di lavoro nel famoso vivaio del padre, ha portato nel mondo del garden e del plant design moltissime innovazioni che poi sono diventate elementi costitutivi dello stile novecentesco: l’uso delle traversine dei treni per formare passaggi e per il giardino roccioso, l’uso del colore e di vari materiali innovativi, del cerchio di prato o di trifoglio nano, gli accostamenti naturali delle piante perenni, l’utilizzo delle siepi in forma originale e molto altro ancora. Ha poi rivestito un grande ruolo nelle proposte di modelli di piccoli giardini urbani per le case popolari. Tutto questo si può vedere visitando il suo giardino olandese (https://www.tuinenmienruys.nl/en) che è una somma in qualche modo delle fasi del suo stile.
Finalmente le è stato dedicato un bel libro che ripercorre il suo lavoro progettuale nella creazione di oltre 3000 giardini e paesaggi e la inserisce nel movimento modernista assieme a Benjamin Merkelbach, Charles Karsten, Aldo van Eick, Hein Salomonson e Gerrit Rietveld, con il quale in particolare ha collaborato nella progettazione e realizzazione della fattoria e del parco De Ploeg, ora diventato monumento nazionale.
L’autrice sottolinea come Mien abbia introdotto linee pulite, forme geometriche e come abbia svolto un importante ruolo sociale nella creazione di schemi di social housing e modelli per le scuole e gli ospedali per migliorare la qualità di vita delle persone meno abbienti.
In modo originale la paesaggista ha saputo coniugare l’approccio modernista alla profonda conoscenza delle piante e del planting.
Oltre alla introduzione di Noel Kingsbury il libro include interviste ad esperti di giardinaggio e architetti del paesaggio che l’hanno conosciuta oppure che sono stati influenzati da lei.
Stimolante come sempre l’ultima esposizione di Orticola, in mostra ai Giardini pubblici di Milano fino a domenica 12 maggio. Ho trovato molto interessanti le proposte del Vivaio Zanelli, con una collezione di rare bletille del Nord del Giappone e una felce variegata molto particolare (Coniogramma emeiensis), le Weigela nane del vivaio Ribera, le piante della California di Pepiniére de Vaugines, il vivaio di cascina Bollate, il Peccato vegetale, le new entry di Beatrice Consonni e molto altro ancora.
Ecco alcune immagini
LO STANDE DELLA LIBRERIA DELLA NATURA
Gomphostigma virgatum, piccolo arbusto da secco con foglie lineari argento e fiori bianchi estivi, sta molto bene con le rose. Vivaio Mondo rose
Nierenbergia scoparia, Fiore bianco con gola viola, sv, fioritura prolungata. Vivaio Mondo rose
Ficus Tikova, da usare come tappezzante, Vivaio Consonni
Martedì 7 maggio al Museo di Storia naturale di Milano ha avuto luogo la presentazione di un nuovo bellissimo volume dedicato ai giardini veneziani. Emanuela Rosa-Clot ha condotto la tavola rotonda alla quale hanno partecipato, oltre al curatore delle collezioni botaniche del museo Gabriele Galasso, gli autori Toto Bergamo Rossi e Marco Bay e il fotografo Marco Valmarana.
Il libro, che uscirà nelle librerie il prossimo 24 maggio, è edito da Marsilio Arte e descrive con uno splendito appararo fotografico -anche con suggestive immagini aeree realizzate con droni che ci offrono prospettive spaziali e non solo dettagli – 53 giardini di Venezia, sia pubblici che privati.
Toto Bergamo Rossi, autore di uno dei due saggi introduttivi, ripercorre con il supporto di molte immagini la storia e l’evoluzione stilistica dei giardini fino alle realizzazioni novecentesche di Carlo Scarpa che risalgono alla fine degli anni cinquanta nel padiglione della Biennale e nel museo Querini Stampalia e ai più recenti progetti di restauro e rivitalizzazione di molti siti a partire dagli anni ottanta del secolo scorso.
Marco Bay sottolinea come i giardini di Venezia si trovano a dialogare con un ambiente molto difficile (di caldo estremo, di inverni rigidi, di profonda umidità e di salsedine nell’acqua) e come per lottare contro queste complicate condizioni si siano sviluppate tecniche architettoniche come i muri di mattoni a protezione di questoi luoghi delicati e si siano costruiti i giardini a livelli rialzati. Se all’inizio i giardini veneziano erano soprattutto luoghi di ricerca scientifica poi si siano trasformati in progetti formali con grandi parterre tipici dei giardini all’italiana per passare poi allo stile romantico-paesaggistico fino ai grandi progetti di Scarpa.
Bay ha curato un interessante capitolo dedicato ai giardini di domani immaginando con creatività alcuni modelli di giardini del futuro e illustrandone alcuni con disegni molto suggestivi. Dal giardino dei vasi, al giardino tardo barocco, al bosco romantico…
Gabriele Galasso ha parlato brevemente delle piante resistenti al salmastro, quali le tante piante grasse, in primis le Salicornie (Salicornia procumbens è la specie autoctona di Venezia) e le tamerici.
Nel libro ognuno di 53 giardini è descritto da un testo e da molte immagini.
I Giardini di Venezia, Toto Bergamo Rossi e marco Bay, fotografie di Marco Valmarana, Marsilio Arte, 2024, 295 pp.
MOSTRA KIEFER PALAZZO STROZZI CYNARA 2023 (particolare)
Fino al 21 luglio Palazzo Strozzi a Firenze ospita ‘Angeli caduti’, una mostra di alcuni recenti lavori dello straordinario artista tedesco Anselm Kiefer.
Nel bellissimo percorso espositivo – introdotto nel cortile dal grande quadro ‘Caduta dell’angelo’ concepito dall’artista per dialogare con l’architettura rinascimentale del palazzo – si intrecciano pittura, scultura, installazione e fotografia.
Devo dire che è stato molto utile, prima della visita alla mostra, la visione del documentario di Wim Wenders ‘Anselm’ (in questo periodo nelle sale), che ci fa scoprire le tecniche e l’immaginario assai complesso di Kiefer, artista titanico quasi leonardesco che, nonostante i grandi rimandi teorici alla filosofia, alla letteratura, alla cabala, ci offre opere che si possono leggere anche solo con le proprie emozioni.
Ho trovato straordinaria la stanza ‘Vestrahlte Bilder’ che raccoglie, come in una camera delle meraviglie (‘Wunderkammer’), 6o dipinti del periodo 1983-2023, posizionati su ogni parete e sul soffitto che si possono vedere atraverso un grande tavolo-specchio al centro.
Ecco alcune immagini
Angelo caduto nel cortile di Palazzo Strozzi
Sol Invictus
MOSTRA KIEFER PALAZZO STROZZI LUZIFER 2012 2023
MOSTRA KIEFER PALAZZO STROZZI VESTRAHLTE BILDE 1983-2023
MOSTRA KIEFER PALAZZO STROZZI SOL INVICTUS 1995
MOSTRA KIEFER PALAZZO STROZZI DAS BALDER LIED 2018
MOSTRA KIEFER PALAZZO STROZZI DAPHNE E NEMESIS
Di fronnte al Palazzo da non perdere la nuova libreria Giunti che ha sede nel vecchio cinema Odeon che di sera, alla chiusura della libreria, ridiventa cinema
Questa volta, per evitare le folle, sono stata molto selettiva e ho visitato solo pochi luoghi che ho trovato davvero interessanti.
Molto bello il progetto di Central Park di Mariani e Boccardo in collaborazione con Gardenia e l’architetto Cucinella in Solferino, straordinario il nuovo showroom in via Bovio di Paola Lenti tra spazi interni e cortili e giardini, fantastico l’allestimento di Zegna, minimalista e suggestivo. Poi alcune cose interessanti nel chiostro del Museo Diocesano, evento organizzato da Vanity fair e alcune suggestioni dalla zona cinese.
Ecco alcune immagini
Allestimento di Central Park
Central park
Paola Lenti
Paola Lenti
Paola Lenti
Paola Lenti
Paola Lenti
Paola Lenti
Paola Lenti
Paola Lenti
Zegna
Zegna
Zegna
Zona cinese
Vanity Fair Museo Diocesano
Vanity Fair Museo diocesano
Vanity Fair Museo diocesano
Una bellissima piantina palustre Hydrocotyle palustris al Centro culturale cinese
Sono tornata dopo moltissimi anni a Siviglia, città di cui conservavo un bellissimo ricordo e che si è riconfermata una meta molto piacevole e interessante. Una città vivace, piena di stradine con filari di aranci, piccoli quartieri da scoprire, un lungo fiume molto ben organizzato, tanti tesori d’arte, realizzazioni frutto dell’Expo del 1992. Incredibilmente, per chi vive oggi a Milano, pulita, con tante piste ciclabili. Un paradiso, se non fosse che a causa del cambiamento climatico in estate deve essere torrida, anche se l’aria del grande fiume Guadalquivir procura una certa frescura molto piacevole.
Molti viali con alberi fioriti, soprattutto gli alberi del rosario (Melia azedarach) e le Bahuinia, enormi ficus con le radici protette da grandi reti di juta per agevolare la crescita.
Uno dei tanti Ficus macrophylla (?) con le reti di juta
Ficus retusa (?) in forma
Ficus rubiginosa
Melia azedarach
BRACHYCHITON POPULNEUS
Ecco alcune immagini
La cattedrale con la Giralda
La stupenda Plaza des toros
Uno dei chiostri del Museo delle belle arti
Parque de Maria Luisa
Parque de Maria Luisa con tante pergole con azulejos
Il lungo fiume
Il parlamento andaluso nel quartiere della Macarena
Un angolo del quartiere Macarena
Tanti alberi di aranci lungo le strade
Setas (funghi), Metropol parasol, un progetto dell’architetto tedesco Jurgen Mayer realizzato nel 2010 come complesso polivalente: piazza,mercato e museo. La più grande struttura in legno del mondo
A Triana il 14 aprile ha avuto inizio la Feria d’abril
Feria do abril con tantissime donne e bambine in costume per ballare il flamenco
Il Real Alcazar sia nei palazzi che nei magnifici giardini rappresentano un viaggio nel tempo dall’epoca araba fino al 1900: più di mille anni di arte e architettura.
Ecco alcune immagini
Real Alcazar l’ingresso con una parete ricoperta di bouganville
Corte delle damigelle
Galleria del grottesco
JARDIN DE LAS DAMAS REAL ALCAZAR
JARDIN DE L’ALCOVA CON PADIGLIONE CARLO V E A DESTRA JARDIN DES DAMES
Interno della torre del Padiglione della navigazione
Cartuja era prima un’isola che poi, con gli interventi dell’Expo ’92, è stata integrata al resto dei quartieri con un grande lavoro sul tracciato del fiume: molti parchi, il bellissimo Padiglione della navigazione che all’interno è stato progettato come una grande nave e illustra, con uno straordinario viaggio virtuale, la storia delle traversate oceaniche, e poi il complesso della Cartuja che da monastero era stato trasformato a metà ottocento in una fabbrica di ceramica e ora ospita un museo d’arte contemporanea.
Ecco alcune immagini
Tante pergole avvolte da bouganville
TORRE DEL PADIGLIONE DELLA NAVIGAZIONE
INTERNO DEL PADIGLIONE DELLA NAVIGAZIONE
PADIGLIONE DELLA NAVIGAZIONE DISEGNATO COME UNA GRANDE NAVE
Sullo sfondo la grande torre che ospita un albergo e uffici del settore high tech
Filari di alberi del rosario
Distese di rosmarino prostrato
Cartuja: Alicia, opera di Cristina ucas, 2009
L’interno del museo di arte contemporanea
Huerto 5 TIEMPO AUTOCENSURADO CARTUJA, al piede del gelso strisce di specchio con scitte censurate a ricordo delle censure della dittatura franchista
TIEMPIO DI MEMORIA SILENCIADA, cONCHA jEREZ: IN MEORIA DELLE VITTIME DEL FRANCHISMO
Tavola rotonda La città resiliente organizzata da Gaetano Zoccali
Durante la manifestazione ‘Flora et decora’ che in questa edizione si è tenuta a Piazza Sempione a Milano, si è svolta la tavola rotonda ‘La città resiliente. Una metropoli accogliente per gli uomini e la natura’ organizzata dal giornalista Gaetano Zoccali, curatore della Garden School dell’evento.
Dopo l’introduzione del curatore e ideatore della manifestazione, Lamberto Rubini, hanno risposto alle domande di Zoccali:
– Elena Grandi, Assessora all’Ambiente e al verde del Comune di Milano, che ha sottolineato come l’obiettivo di Milano sia la riduzione del 40% delle auto e delle emissioni di gas serra entro il 2030, come il Comune ha avviato con Arpa e regione Lombardia un Tavolo sull’inquinamento. Tra i progetti in corso ha citato il drenaggio sostenibile, con parterre alberati, il primo in via Pacini, la depavimentazione sfruttando le risorse del PNRR e i progetti europei Climate City Contract (https://www.comune.milano.it/-/ambiente.-milano-con-nove-citta-e-il-ministero-delle-infrastrutture-per-contesti-urbani-sostenibili).
– Simone Lunghi, in qualità di presidente, ha parlato della missione e delle attività della Fondazione Angeli del bello di Milano, attiva nel sostenerre pratiche partecipative che si svolgono con azioni di pulizia e abbellimento di luoghi con un fitto calendario (vedi https://www.angelidelbello.org/chi-siamo/).
– Vittorio Peretto, titolare dello studio di progettazione del verde Hortensia, ha raccontato del suo Manifesto di un Ecogiardino inaugurato con un suo progetto al Gallaratese per il complesso Green Living, dove ha dato forma al primo giardino condominiale ecologico italiano.
– Hanno poi parlato Andrea Kerbacher, scrittore e fondatore de La Kasa dei libri di Milano e Antonio Bisignano, responsabile Marketing AMSA, che tra le altre cose ha ricordato come a Milano si producano oltre 20.000 di ottimo compost che è a disposizione, in sachetti da 5 Kg per i cittadini.
La mostra ha raccolto alcuni artigiani soprattutto con proposte di abbigliamento e pochi vivaisti, tra i quali ho trovato molto interessante ‘Il giardino di famiglia’ che propone una notevole offerta di bulbi di dalie, ciascuno in una confezione con tutte le informazioni sulla varietà e sulle note colturali. (NB sarà per la prima volta presente all’edizione primaverile di Masino)
venerdì 12 e sabato 13 aprile Treviso ospiterà gli eventi pubblici del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2023-2024, il premio a un luogo del mondo, istituito e organizzato dalla Fondazione Benetton, quest’anno dedicato, nella sua trentatreesima edizione, all’Espacio Escultórico nel Pedregal de San Ángel, a Città del Messico: un luogo costituito da una grande opera d’arte collettiva che emerge dalla stessa superficie lavica sulla quale, a partire dalla metà del Novecento, nascono e si sviluppano nuovi quartieri e soprattutto un’intera città universitaria, quella dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, l’UNAM.
L’Espacio Escultórico è una sorta di anello dentato, composto da sessantaquattro prismi in cemento che poggiano su un basamento circolare del diametro di 120 metri, un’opera che circoscrive un brano di suolo lavico “intatto”, rendendo manifesta la potenza espressiva di questo paesaggio, ma anche la sua condizione mutevole e fragile.
Opera fortemente voluta dall’UNAM e inaugurata nel 1979, l’Espacio Escultórico esprime in modo esemplare il valore e il significato di un paesaggio – quello del Pedregal de San Ángel, così forgiato da un’eruzione vulcanica – con il quale la città, le istituzioni e le comunità universitarie, l’ambiente culturale e la società messicana si confrontano e dialogano sul piano del suo valore ambientale ed ecologico, della sua potenza evocativa, ma anche dei conflitti generati in seno all’espansione urbana di una megalopoli che ne accerchia il perimetro e ne modifica nel tempo la natura e i significati. Frutto dell’eruzione del vulcano monogenetico Xitle, – avvenuta circa duemila anni fa –, il Pedregal (in italiano, letteralmente, “pietraia”) ci appare come una distesa di roccia lavica, disseminata di vegetazione e variazioni morfologiche, che si evolve nel tempo e si manifesta come un paesaggio vivo, e portatore di richiami alla storia preispanica che lo ha preceduto, nonostante l’enorme riduzione del suo perimetro e della sua estensione originaria.
Risulta oggi significativo il metodo e il processo costruttivo scelto per l’Espacio Escultórico, quello di convocare sei artisti della Scuola Nazionale di Arti Plastiche del Messico – Helen Escobedo, Manuel Felguérez, Mathias Goeritz, Hersúa, Sebastián e Federico Silva – per realizzare un’opera collettiva, dunque priva di carattere monoautoriale, totalmente tesa all’interazione con il paesaggio presente e con la sua eredità storica, e che assume un significato più vasto – oggi diremmo “non antropocentrico” –, aperto alle istanze ecologiche che sarebbero emerse a breve. La stagione successiva alla costruzione dell’Espacio Escultórico sarà infatti improntata alla difesa di ciò che rimane del Pedregal, della protesta rispetto alla sua progressiva distruzione, e della presa di coscienza da parte della comunità scientifica e studentesca del suo valore, con la creazione ufficiale, nel 1983, della Riserva Ecologica del Pedregal de San Ángel (REPSA), istituita dall’UNAM.