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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Soundscapes Giornate di studio della Fondazione Benetton

Venerdì 16 febbraio a inaugurare la XX edizione delle Giornate di studio della Fondazione Benetton una strordinaria conferenza di David George Haskell (professore di Biologia alla University of the South, Sewanee, Tennessee, e scrittore) dal titolo “Suoni fragili e selvaggi. Ascoltare oltre la superficie”.

“A partire dalle origini del canto animale e attraversando l’intero arco della storia della Terra, Haskell illumina e celebra la graduale comparsa dei vari suoni nel mondo. Cosí, dai flauti d’avorio di mammut delle caverne del Paleolitico, dai violini delle moderne sale da concerto o dalle registrazioni che ascoltiamo con gli auricolari, apprendiamo che musica e linguaggi umani appartengono alla stessa storia ecologica ed evolutiva del pianeta. Noi uomini produciamo musica, ma siamo anche dei distruttori che soffocano o mettono a tacere molti suoni della Terra. Haskell ci accompagna nelle foreste minacciate, negli oceani sconvolti dai sonar e dai rumori prodotti dalle navi e per le strade caotiche delle città per dimostrare che l’estinzione di alcuni suoni non comporta solo la perdita di meri ornamenti sensoriali. Il suono è una forza generativa, e quindi la cancellazione delle diversità sonore rende il mondo meno creativo, meno giusto e meno bello. Suoni fragili e selvaggi è un invito ad ascoltare, meravigliarsi, agire.”

Ecco alcune riflessioni del relatore che mi sono annotata e che vi propongo

Oggi la cultura è satura di suoni registrati mentre un tempo si ricorreva alla fantasia per ricordare i suoni.

Prima della comparsa della terra il suono era una forza creativa (attività vulcanica, onde dei primi oceani, pioggia, vento e suoni primordiali).

I mammiferi producono suoni complessi e sofisticati grazie ai complessi muscoli sulla gola e sul collo (prima utilizzati per bere il latte dalla madre e poi evoluti per produrre suoni).

Ogni specie di albero ha la propria voce e queste voci ci richiamano le loro architetture: i pini, con i loro aghi forti e flessibili, hanno voci basse e roboanti; le caducifoglie una voce alta e sabbiosa.
Gli alberi influenzano il canto degli uccelli: in aperta campagna canti più virtuosi e nelle foreste più intermittenti.

I suoni degli insetti cambiano a seconda degli alberi e gli insetti sono come dei liutai.

I suoni del passato vivono nella memoria sonora umana e sono molto importanti per gli uomini. Nel ricordo di un suono c’è una componente e motiva e sociale.

Il suono è uno dei grandi connettori.

Occorre anche educare all’ascolto del silenzio.

La sfida per il futuro: il rapporto con la terra da preservare!

Da leggere dell’autore in traduzione italiana: “Suoni fragili e selvaggi”, Einaudi, 2023.

Le due giornate del 22-23 febbraio hanno visto la partecipazione di molti relatori. https://www.fbsr.it/wp-content/uploads/2024/02/03_abstract-note-bio-IT.pdf

Ricordo l’intervento di Nadine Schütz, artista del suono di origine svizzera ed esperta di acustica del paesaggio, con base a Parigi, autrice di molte opere integrate in progetti architettonici, paesaggistici, urbani, nonché di ambienti acustici, installazioni temporanee, performances, scenografie e inneschi sonori progettati per musei, mostre e giardini. Modalità diverse attraverso cui esplora la dimensione sonora del nostro esser parte del paesaggio, distillandone strumenti di analisi e di intervento per confrontarsi con urgenti criticità ambientali.

Vi rimando alla bella intervista all’artista fatta da Andrea Di Salvo su Viride Blog https://www.virideblog.it/lorchestra-nascosta-della-natura/

 

 

 

https://www.virideblog.it/lorchestra-nascosta-della-natura/

 

 

 

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Giardini in viaggio Laura Pirovano