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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Paesaggio e ambiente: una visione unica” Barbera e Ferrucci al corso di aggiornamento del Giardino storico

 “Paesaggio e ambiente una visione unica”

Relazione di Giuseppe Barbera – Università degli Studi di Palermo, Associazione Parchi e Giardini d’Italia, Fondazione Benetton Studi Ricerche

Come sempre il relatore ha affrontato il tema con pensieri e parole molto interessanti, che ci aiutano a riflettere.
Riporto qui di seguito una breve sintesi.

Richiama due avvenimenti recenti
Il primo: con la protesta degli agricoltori si rischi di fare un pericoloso passo indietro rispetto alla consapevolezza della difesa dell’ambiente. Il secondo: in un recente convegno a Caltanisetta si è parlato della figura di Rosario Assunto, il cui pensiero è ancora molto attuale, un grande interprete delle vicende legate al paesaggio.

Il pensiero di Rosario Assunto è un invito a non essere sopraffatti dalla ideologia (come avveniva  negli anni ’80 quando si contrapponeva l’ecologia alla visione sistemica e si stigmatizzava chi indugiava sui temi della bellezza e del giardino), ma piuttosto curiosi del pensiero altrui.

L’estetica per Assunto non è pura contemplazione, ma una contemplazione vissuta con responsabilità; un paesaggio si vive e lo si può modificare.
Quello che occorre oggi è una visione sistemica del paesaggio che sappia unire visione estetica, visione agronomica e piacere del giardino.
Il paesaggio, infatti, ci insegna a disprezzare gli specialisti “ignoranti” che non sanno cogliere e godere la complessità.

“Occorre conoscere i sonetti di Shakespeare e le leggi della termodinamica”. Quindi unire una visione umanistica a quella scientifica.

Il paesaggio è la totalità dei caratteri del territorio ma anche la percezione di chi lo guarda.

L’attualità del pensiero di Rosario Assunto è dovuta anche alla sua capacità di porsi i problemi dei paesaggi futuri quando affermava che l’uomo è portato a progettare spazi e non paesaggi. E oggi è proprio quello di cui abbiamo bisogno, cioè progettare paesaggi, non semplicemente spazi.

In conclusione l’appello è quello di coniugare una visione estetica ed etica del paesaggio.

 

Relazione di Nicoletta Ferrucci – Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI), Accademia dei Georgofili

La relatrice ha illustrato in maniera approfondita l’evoluzione della visione giuridica del paesaggio.

Da una visione estetico-culturale “Il bel paesaggio”, Legge 1487/1939 ad una concezione morfologico-ambientale con la legge Galasso 431/1985, al ritorno ad una visione estetica ma mediata dalla percezione e dalla partecipazione con la Convenzione europea del paesaggio del 2000 e con il Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004.
Partecipazione nel rapporto tra diritto e paesaggio: diritto delle popolazioni di godere di un paesaggio di qualità e di svolgere un ruolo attivo nell’identificazione degli elementi identitari del paesaggio.

Nell’attuale accezione giuridica la nozione del paesaggio deve essere distinta da quella di ambiente. L’Unione europea si occupa molto di ambiente (un intero capitolo del Trattato) e non del paesaggio.

Nella modifica dell’art. 9 della Costituzione si è aggiunta la tutela dell’ambiente e della biodiversità anche per le future generazioni ma non si parla di tutelare il paesaggio in un’ottica di sostenibilità!

C’è un oggettivo squilibrio nel bilanciamento dei due valori.

Nell’art. 41 della Costituzione l’attività imprenditoriale non può contrastare la tutela dell’ambiente, ma non si fa alcun riferimento al paesaggio.

Alla sostenibilità paesaggistica si fa riferimento nella Convenzione europea all’art.5 e nel Codice dei beni culturali art. 143 e 145 e nel Decreto leg. 3 aprile 2018 n. 34, dove vengono valorizzate le molteplici funzioni del bosco che è un bene paesaggistico.

Per quanto riguarda i giardini storici si sottolinea l’evoluzione nella normativa regionale in materia di turismo dove il giardino storico è visto anche come motore di sviluppo economico del territorio e non solo come bene da conservare e proteggere.

Nella normativa del verde urbano il giardino storico acquista anche una valenza ambientale.

Nel PNRR vengono accolte tutte le differenti valenze del giardino storico, come motore di sviluppo del territorio in tutte le sue funzioni anche per la tutela dell’ambiente e le funzioni paesaggistiche.


In questo è fondamentale il ruolo dei proprietari: vedi esempio di Blenheim (utilizzo di veicoli elettrici, riutilizzo dei contenitori delle bibite…).

 

 

 

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Giardini in viaggio Laura Pirovano