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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Lanzarote la marziana di Federica Raggio

Lanzarote: allevamenti di cocciniglia

Ancora una volta pubblico un reportage di Federica Raggio che ci racconto Lanzarote, isola dell’arcipelago spagnolo delle Canarie.

La prima cosa che ho pensato arrivando è stata : Lanzarote è terra marziana; è un’Islanda con però un mare che aspetta un tuffo.
Anche qui sono vento e lava i veri padroni della scena, ma le temperature decisamente generose tutto l’anno concedono divagazioni che si palesano andando alla scoperta dell’isola.
La terra è fertilissima, produce ogni ben di dio, ma è semplicemente massacrante lavorarla. Un contadino del Mid West tutto chimica, tecnologia e trattori full optional durerebbe una settimana. La maggior parte del lavoro è ancora faticato a mano. Soprattutto nei surreali vigneti della Geria, dove le viti sono cresciute in conche per essere tenute al riparo dai venti fortissimi e incessanti.
La scena è indimenticabile.
Una terra nera puntellata da solchi che sembrano usciti dalla magia di uno stregone sotto LSD. L’incantesimo è totale se compare anche la nebbia. E dopo tutto lo stordimento visivo, un must della Geria sono gli aperitivi, direttamente in azienda vinicola, a base di delizioso moscatello ghiacciato accompagnato dal locale formaggio di capra (vacche non esistono per assenza di pascoli) e papas arrugadas, le minuscole patate canarine che crescono coccolate da questa terra nera nerissima, fertilissima che regala tre raccolti all’anno. Condite con salse speziate e parecchio piccanti, del resto le coste del Marocco distano poco più di un centinaio di chilometri, si lasciano divorare come fossero olive.
Un altro contesto inaspettato sono gli allevamenti di cocciniglia. Il parassita con peggiore indice di gradimento per qualunque giardiniere o appassionato, qui viene allevato amorevolmente su ettari di piantagioni di fico d’India, il suo predato, il suo supporto. Il samsara della cocciniglia comincia qui, quando pazienti raccoglitori, per condizione non certo vegani e tanto meno buddhisti, ogni mattina, raschiando con un cucchiaio di legno raccolgono le ignare bestiole destinate a diventare il rosso E120, il rosso cocciniglia utilizzato dall’industria per dare tinta a tessuti, bevande, alimenti, cosmetici.
Le sorprese non finiscono facilmente. Tra una spiaggia e l’altra, bianca, nera, rocciosa, sabbiosissima, l’isola è tappezzata di visioni inattese. La durezza della vita contadina ha generato molte fughe e di conseguenza tracce agresti lasciate al tempo compaiono ovunque. Sorprendenti avanzi di architetture agricole e non con giardini modellati dalla natura, sole-vento-bestie, sbucano all’improvviso dietro l’angolo di uno qualunque dei piccoli villaggi bianchi disseminati all’interno di Lanzarote. Il sole è fortissimo e tutto potrebbe apparire smorto al suo cospetto; così la natura, che è genio, ha provveduto a caricare i fiori di colori quasi iridescenti, colori che altrove accecherebbero o darebbero una sensazione di eccesso di saturazione, qui invece duellano in contrasto con i colori dell’isola, nero bianco zolfo ocra. Le geometrie dei campi affiancano nette e distinte la superficie lavica e infernale da cui sono state ritagliate con non oso immaginare quali sforzi.
Sull’isola non esistono sorgenti, l’acqua che esce dai rubinetti proviene, desalinizzata, dall’oceano. Le precipitazioni medie sono di pochi millimetri all’anno. Piove una media di 7 giorni su 365. La natura è sempre in allerta di quel momento. Mi hanno raccontato che quando la pioggia arriva, ha più la consistenza di una sudata divina che di un reale acquazzone, ma il terreno si inumidisce e le esplosioni di fioriture nella macchia sono uno spettacolo che lascia senza parole. Idratata e spolverata dalla sabbia che dal Sahara arriva e attenua le tinte, per pochi giorni l’isola è un caleidoscopio di colori. Ovviamente non ho avuto questa fortuna, ma il solo pensiero commuove, tramortisce e porta ad uno stato di momentanea confusione.
E se i Beatles avessero composto qui l’album “Magical Mystery Tour”?

contrasti tra paesaggio naturale e agricolo

contrasti tra paesaggio naturale e agricolo

giardino privato

kleinia neriifolia

kleinia neriifolia

La Geria – aziende agricole e i vulcani del parco nazionale

La Geria gli imbuti per la coltivazione della vite

La Geria vigne nella nebbia

parco nazionale del Timanfaya

Ruderi – la natura non abbandona mai un luogo

sotto una dracaena draco

paesaggi agricoli abbandonati dell’interno

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Giardini in viaggio Laura Pirovano