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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

L’Islanda non ha alberi di Federica Raggio

tipico paesaggio islandese di muschi, licheni e fumi

Ecco l’ultima parte del diario di viaggio islandese di Federica Raggio

Nella sua naturale inclinazione, l’Islanda non ha (più) alberi. I vichinghi rasero al suolo la vegetazione più alta e legnosa per farne fasciame da imbarcazione.La corrente del Golfo che permette la vita incontra però un ostacolo; i freddissimi e violentissimi venti, soprattutto invernali, associati a un ambiente ormai troppo aperto e privo di ripari, imposero drasticamente nuove condizioni ambientali, decisamente non ideali alla crescita di alberi.
Ciò che vediamo spuntare dalla terra ed ergersi ad altezze superiori al metro e cinquanta, cresce e resiste grazie a un’intenzione umana, grazie a immensi sforzi, e soprattutto solo in centri urbani ad uso esclusivo di estetica e decoro. Guai a chi abbatte alberi !
Il legname da costruzione, che la tradizione vuole vedere utilizzato solo come elemento di decoro, arriva dal Sud America, dalla Siberia, dal Canada. Arriva via mare, ma non via container a bordo di navi cargo. Ammarato sulle spiagge della costa islandese, è consegnato dalle onde, ed è di proprietà privata ad uso esclusivo di chi possiede quel pezzo di terra costiero.
Viaggiando spesso si incontrano magazzini en plein air, ordinati cumuli di legna, suddivisi per dimensione e spessore, che aspettano di essere utilizzati. Aguzzando lo sguardo li si intravvede ovunque, nei pali che formano recinzioni, intagliati a incorniciare finestre, sculture nei giardini.
La tipica vegetazione islandese è più un passaggio zen che un’impronta paesaggistica. C’è un detto popolare che narra “Se ti sei smarrito in una foresta islandese, alzati in piedi!” Più per feticismo botanico che per reale potenziale futura necessità compositiva, ho cercato, e poi comprato, un libro sulla flora islandese, “Flowering plants and ferns of Iceland”, di Hörður Kristinsson, un meraviglioso volume che censisce tutto quello che cresce sull’isola, un incredibile viaggio raso terra. Incalcolabile la quantità delle specie descritte, oltre 400. Di tutto ciò solo Betula pubescens e Betula nana superano i 50 cm di altezza nella loro legnosità! La nana raggiunge un massino di 60 mentre la pubescens viene descritta con altezze che variano tra il metro e i 12 mt (solo sulla carta!). Il resto un mondo di effimere bellezze che puntellano il paesaggio sventolando violentemente ma con delicatezza sotto le spinte dei tifoni isolani.
Appena rientrata, camminando per le strade della mia città, platani, tigli, bagolari e tutte quelle altre chiome che popolano i nostri percorsi quotidiani, mai mi sono parsi tanto alti e soprattutto possenti, come in quell’istante successivo al ritorno, e per un paio di giorni mi hanno fatto sentire un’ Alice nel paese delle meraviglie, dopo essersi rimpicciolita.
Ma quell’onirico mondo parlante è rimasto molto più a nord. C’è un posto che non ha eguali sulla terra… Questo luogo è un luogo unico al mondo, una terra colma di meraviglie mistero e pericolo. Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti come un cappellaio.
E per fortuna… io lo sono. (Il Cappellaio Matto, Alice nel Paese delle Meraviglie)

vegetazione tra le lave costiere della penisola di Snæfellsnes

graminacee al vento

percorso con area sosta in un campo di lava e muschio, sembra una maquette!

Skógar abitazioni tradizionali con tetto di torba e molta vegetazione

Skógar raro esemplare di betula pubescens adulta. in primo piano overdose di magenta del lythrum salicaria

il giardino dell’Hostell Hvoll, Kirkjubaejarklaustur

giardino zen presso il Vatnajökull

qualche albero cresce protetto tra le case di Seyðisfjörður

vegetazione spontanea e vista sul Mývatn

magazzino di legname

Flatey, l’isola a vegetazione zero

Betula pubescens

vegetazione tra le lave costiere della penisola di Snæfellsnes

scultura di S.Olafsson Reykjavik

Commenti (1)

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    Fernande

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