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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Michael Jacob interviene alle conferenze del Gruppo Giardino Stoico di Padova 2023

 

Il tema dell’edizione 2023 del ciclo di incontri del Gruppo giardino storico è il rapporto tra paesaggio ed energia (https://www.giardininviaggio.it/paesaggio-ed-energia-il-tema-del-xxxiii-corso-di-aggiornamento-sul-giardino-storico-e-sul-paesaggio-contemporaneo-del-gruppo-giardino-storico-universita-di-padova/).

Michael Jacob, Haute École du Paysage – d’Ingénierie et d’Architecture HEPIA di Ginevra, Università di Grenoble, Politecnico di Milano – ha tenuto una conferenza davvero straordinaria dal titolo ‘Paesaggio pro e contra’.

Alcuni titoli recenti dell’autore: ‘Le origini tecnologiche del paesaggio’, Lettera 22, 2022 (dove si illustra il concetto del paesaggio come frutto di una serie di tecnlogie moderne) e ‘La finta montagna’, Silvana ed, 2022 (lettura critica delle montagne artificiali dal Monte Parnaso alle montagnette nei giardini barocchi fino al parco ottocentesco  Buttes-Chaumont di Parigi).

Un intervento molto originale, profondo e ricco di tantissime suggestioni, che non è facile sintetizzare. Provo solo a indicare alcuni concetti e credo che la cosa migliore sia andare alla fonte leggendo alcuni degli scritti di questo personaggio così eclettico e profondo conoscitore della letteratura, dell’arte e della storia del paesaggio.

La religione della natura esprime il desiderio anche esagerato della natura nella nostra società (vedi le piante intelligenti).
Interessante anche la negatività del paesaggio: a volte per vedere il paesaggio e incorniciarlo si distrugge la natura e in questo si coglie l’ambiguità del paesaggio.

Il paesaggio europeo ha una origine pittorica e fino al 1750 il paesaggio viene identificato con un genere pittorico.
In primo luogo Paesaggio come rappresentazione artistica di un ritaglio di natura.

In secondo luogo Paesaggio esperito, che esiste solo nella mente di chi lo percepisce: dal 1750 paesaggio come fatto mentale.

Con Monet entra in crisi questa rappresentazione del paesaggio, è quasi la morte del paesaggio. Un esempio le ninfee dove il paesaggio non è quasi più riconoscibile: si esce dalla riconoscibilità della natura per entrare in una sfera astratta, come nell’ Albero grigio del 1912 di Mondrian.

Albero grigio, Piet Mondrian, 1912

Nel paesaggio esperito c’è da domandarsi se i paesaggi esistono veramente oppure solo nella nostra mente.; esistono le pitture e le fotografie, ma il paesaggio?
Si tratta in questo caso di una identità non durevole, non stabile, con una incerta identità: il paesaggio come evento estetico sfugge alla stabilizzazione.
In terzo luogo il paesaggio della tecnologia, la tecnologia dello sguardo. 
Dalle finestre – trasparenza e ostacolo – che ci permettono di inquadrare il mondo circostante. Nel Palazzo ducale di Urbino le finestre sono una astuzia architettonica per inquadrare il mondo in modi differenti. Al ‘velo reticolato’, dove  la finestra è uno strumento per vedere meglio e per poter rirprodurre il paesaggio. La finestra diventa uno strumento ottico per controllare il mondo.

Nel turismo per vedere il paesaggio occorrono dispositivi per andare in alto, es dal pallone aerostatico.
In una parola quando ammiriamo il paesaggio, siamo il frutto dell’evoluzione di tutte le tecnologie dello sguardo (dal velo reticolato, alla cinepresa fino al cellulare).

Il fatto di conferire stabilità temporale a questi fenomeni di percezione di paesaggio è il risultato di una tradizione europea che vuole fissare il mondo, mentre l’immobilità è una finzione.

Con quale dispotivio guardiamo il paesaggio?

 

 

 

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Giardini in viaggio Laura Pirovano