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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Il bilancio della giunta Moratti sul verde a Milano. La risposta di Francesco Borella alla lettera di fine mandato di Flora Vallone

Mi sembra utile pubblicare sia la lettera di fine mandato che Flora Vallone ha scritto su Arcipelago Milano sia la risposta lucida, pertinente e giustamente indignata di Francesco Borella. 

NO, FLORA VALLONE. IL VENTO E’ CAMBIATO

12-7-2011 by Francesco Borella

Che tristezza, leggere su Arcipelagomilano quella patetica pagina di pubblica autodifesa, di excusatio non petita, di autocelebrazione (e in definitiva di autogol) di Flora Vallone. Perché alla fine della lettura la reazione non può essere che: bravo Pisapia, bravo Corritore, c’è davvero bisogno di aria nuova. Ha dato supporto tecnico al peggior assessore al verde del Comune di Milano, a memoria d’uomo, le cui politiche e i cui risultati e slogan i cittadini milanesi hanno già bocciato; eppure sembra non rendersene conto.
Ancora ‘sta storia dei nuovi alberi. Ne ho già parlato tante volte su ArcipelagoMilano (ho perfino paura che i lettori abituali ne siano stufi), sempre mettendola un po’ sul ridere, perché in effetti non mi pare una cosa seria; dai 400.000 promessi da Albertini, alla fine del secolo scorso, in poi; ma in fondo, fin che ne parla un sindaco, passi. Quattro anni fa invece il discorso dei 500.000 nuovi alberi veniva spacciato come obiettivo dell’amministrazione. Chi si occupa di verde sa che il valore e la qualità del verde è un’altra cosa, dipende da altri fattori e altri equilibri, anche dall’equilibrio dei vuoti e dei pieni, in cui anche le grandi radure “vuote” (vedi Parco Nord) possono avere un peso e un valore essenziale.
Ma, anche a voler prendere sul serio questo discorso ragionieristico, a Milano 500.000 nuovi alberi ci potrebbero forse stare, solo a patto di fare davvero tutti i nuovi parchi di cintura disegnati sulla carta, tutti i raggi verdi e soprattutto il Parco Sud e le sue “teste di ponte” urbane: e allora il centro dell’attenzione si sposterebbe ovviamente sul disegno strategico d’insieme, sul sistema delle connessioni e sui progetti specifici dei singoli parchi, sulla loro estensione, i loro caratteri e le loro qualità ambientali e paesaggistiche, e non certo sul numero di alberi impiegati.
Nossignori, oggi ci vengono a dire che ne hanno già piantati 70.000. Non abbiamo difficoltà a crederlo. Potremmo infatti fare l’elenco dei luoghi snaturati appunto dai troppi nuovi alberi, infilati a forza dove sarebbe stato meglio non metterli affatto, lasciare spazi liberi per il gioco, rispettare l’alternanza preesistente dei vuoti e dei pieni, del sole e dell’ombra. Ma i bilanci statistici, e la necessità di rispettare gli obiettivi di fine mandato, cui magari sono vincolati i premi di produzione, si sa, hanno le loro esigenze; e impongono d’infilare nuovi alberi ovunque possibile, anche dove non avrebbero alcuna possibilità di sopravvivere.Seconda questione: chi ha fornito all’Assessore il supporto tecnico per la cacciata di Italia Nostra dal Parco delle Cave? (pardon, per essere precisi, ma la sostanza non cambia: per costringere Italia Nostra a rinunciare al Parco delle Cave). Anche questa ai cittadini milanesi non è piaciuta affatto. Il Parco delle Cave era stato affidato a Italia Nostra nel ’97, quando non solo non riusciva a decollare, ma era diventato luogo ingestibile, infrequentabile, pericoloso, più noto come luogo di spaccio che come giardino pubblico; ed era stato affidato a Italia Nostra grazie ai positivi risultati dell’esperienza del Boscoincittà, prossimo e confinante con quello delle Cave, realizzato dal nulla da Italia Nostra a partire dal ’74, su area avuta in concessione dal Comune, dapprima di trenta ettari e poco a poco ampliata e arricchita di verde, di percorsi, di natura, fino all’attuale ben nota e apprezzata condizione.Nei primi nove anni della convenzione, il CFU (il Centro di Forestazione Urbana, il braccio operativo e “centro studi” di Italia Nostra per il settore del verde) sempre in grande sintonia con l’amministrazione comunale, aveva applicato al Parco delle Cave il “metodo Bosco”, il metodo del lavoro sul campo costante, tenace, continuo, il metodo della gradualità e dei piccoli passi, con i risultati straordinari che sono sotto gli occhi di tutti.Ma il Parco delle Cave è realizzato per meno della metà, la cava Ongari Cerutti ad esempio è ancora chiusa e inagibile, da riqualificare e recuperare a parco, da aprire all’uso dei cittadini, da aggiungere a un Parco delle Cave da ampliare a ben altra dimensione e ricchezza; e così, sui margini est e ovest, giacciono importanti progetti ancora non realizzati. Ma qualcosa era improvvisamente cambiato, la nuova amministrazione (come noto, del medesimo colore politico della precedente) non sembrava interessata ai progetti di completamento del Parco proposti da Italia Nostra; sembrava avere altre priorità, in parte legate a piccole clientele locali, in parte alla stramaledetta e imperante necessità della “politica” di un risultato e di una visibilità a breve termine.Preferiva, ad esempio, spendere i soldi (tanti) nelle feste del “Verde in Comune”, feste sbagliate e diseducative (e però coerenti con quella cultura del verde come sommatoria di “parchi dei divertimenti” che è sembrata un po’ la cifra di questa amministrazione; a proposito, ci è andata ancora bene, perché almeno l’operazione ruota panoramica al Sempione, tante volte riproposta e vagheggiata, non è andata in porto). E così Italia Nostra, che non poteva e non voleva rendersi corresponsabile di una politica del verde non condivisibile, è stata costretta a sgombrare il campo, con tutti i suoi bellissimi progetti di completamento del Parco, rimasti inattuati. Dai quali, ovviamente, si potrà ancora ripartire.Fosse almeno vero che il Comune di Milano si è davvero impegnato a ridurre il consumo di suolo: anche qui, abbiamo evidentemente un’idea diversa dei possibili effetti del nuovo PGT. Ma sono tante, troppe le valutazioni (a partire dalle più clamorose, quelle reiterate sulle competenze professionali uniche e specialissime, o sugli stipendi a costo zero) sulle quali è forse meglio tacere. In fondo, l’unico parere che conta l’hanno espresso i cittadini: il vento è cambiato.

Francesco Borella

FLORA VALLONE: IL MIO BILANCIO DI FINE MANDATO

5-7-2011

Milano si è impegnata a ridurre il consumo di suolo, a preservare e incrementare il verde esistente, raddoppiando, entro il 2015, il nu-mero di alberi e l’estensione delle aree verdi e la loro interconnessione, assicurando che ogni residente abbia a disposizione un giardi-no pubblico con aree attrezzate per i bambini a una distanza non superiore a 500 metri da casa. L’impegno è importante, precisa risorse da mettere a bilancio, richiama altresì spon-sorizzazioni e coinvolgimento dei cittadini.
Ma Milano può contare su uno start up già avvia-to negli ultimi quattro anni: oltre 200. 000 nuovi alberi pianificati, 70.000 nuovi alberi piantati (+ 40%), 2 milioni di metri quadrati di nuove aree verdi realizzate (+ 10%), circa 1 milione di metri quadrati di aree verdi pubbliche affidate ai privati (cittadini, agricoltori, Enti), un Partnerariato Pubblico Privato fortemente incrementato verso il coinvolgimento anche di nuovi soggetti, sia pubblici che privati, che consente – tra risparmi e contribuzioni – un vantaggio economico per l’Amministrazione comunale di diversi milioni di euro/anno.
Larga parte di questi obiettivi sono stati realizzati dal Settore che dirigo dal 2006, appositamente costituito per la Pianificazione integrata degli spazi aperti (piazze, strade, parchi, parcheggi, raggi verdi, …) anche in coordinamento con la società civile (Enti, associazioni, scuole, condomini, cittadini, …) e perciò appositamente affidato a un tecnico esperto (Architetto, specializzato in Architettura del Paesaggio, di pluriennale esperienza professionale su pianificazione e progettazione ambientale).
Le attività intraprese e i risultati che abbiamo raggiunti sono già stati presentati al Sindaco Pisapia e all’Assessore Maran che li hanno ben apprezzati, tanto da subito acconsentire ad attivarne alcuni strategici e praticamente pronti all’attuazione. I primi già assentiti sono: orti-giardino innovativi, colletta civica per la raccolta di fondi per nuovi alberi, collaborazioni con carceri e istituti scolastici, Partnerariato Pubblico Privato (PPP) in partecipazione con la Società Civile e con possibili “sponsor”, sempre più indispensabili per attivare obiettivi alti e sfidanti.
Altri ancora sono in fase di valutazione e riguardano: la piantagione di nuovi alberi in coordinamento con la posa di nuovi sottoservizi nelle vie cittadine, la diffusione compatibile e controllata di chioschi e attrezzature nel verde cittadino per renderlo più fruibile e sicuro, nuovi parchi sovracomunali, la definizione di un modello di governance per i parchi di cintura, finalizzato alla disseminazione in città/Expo, la compensazione CO2 sul territorio cittadino. E ad altri ancora. Tutti obiettivi innovativi e sfidanti già maturati anche nell’humus della partecipazione della Società Civile e quindi più che coerenti con gli obiettivi della nuova Amministrazione.
Facevamo un lavoro di Sinistra? Con una Giunta di Centro Destra? Non lo so, certo abbiamo attivato – i miei 40 collaboratori ed io – ascolto, competenza, perseveranza, agiti anche contro prassi e logiche superate, spesso con fatica e tempi lunghi oltre il previsto. Non è stato facile infatti portare gli agricoltori nei parchi di cintura, i condomini a occuparsi del verde fronte casa, le Associazioni a utilizzare spazi pubblici (con reciproco importante vantaggio, e – massimo – per il cittadino), gli sponsor a destinare denaro e opere alle iniziative per la città. Ma ci siamo riusciti (e molto è comunque ancora da fare).
Promuovendo anche la necessaria innovazione interna (sulle stesse risorse umane e strumentali in primis) abbiamo attivato un Settore che ha prodotto ricchezza, partecipazione, entusiasmo in cittadini sempre più pronti e desiderosi di essere coinvolti (moltissimi gli attestati di stima e ringraziamento che costantemente riceviamo). E siamo felici di aver verificato che ciò interessa anche la nuova Giunta, a dispetto anche dei molti che ci segnalavano timori di improvvisi cambiamenti di rotta sulle attività/risultati raggiunti.
Tutto ciò premesso, mentre mi accingevo a inviare questo pezzo ad ArcipelagoMilano, leggevo – con stupore – della decisione di licenziare tutti i dirigenti esterni e senza la valutazione “di merito e competenza” già annunciata dal Sindaco Pisapia e dal Direttore Generale Corritore. La decisione sembrava motivata dalla volontà di 1) dare un segno di discontinuità, 2) valorizzare le competenze interne alla Amministrazione comunale, 3) risparmiare sul costo degli stipendi.
Senza evidentemente entrare nel merito di altre considerazioni ma rimanendo alle sole tre suddette, e a puro titolo di cronaca, aggiungo solo che: 1) Sindaco e Assessore ci hanno confermato obiettivi e attività; nessuna invece discontinuità; 2) la mia competenza professionale e specialistica non esiste tra i 16.000 dipendenti comunali; 3) il mio stipendio è a costo zero per l’Amministrazione essendo ben superiore il vantaggio economico che apporto, pari a diverse volte lo stesso. Non dirò dei giovani e delle gonne (categorie cui pur appartengo), e attendo di capire. Comunque convinta che l’obiettivo di tutti debba rimanere sempre e soprattutto Fare il Bene Comune, per la Città, per i Cittadini, per la Qualità dell’Ambiente e della Vita, super partes.

Flora Vallone**già Direttore del Settore Arredo Verde e Qualità Urbana, Comune di Milano

 

Commenti (1)

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    Corrado

    |

    Condivido pienamente. Un’ indicazione per la nuova giunta, di cui far tesoro.

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