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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Fioriture nel mio giardino sul lago

Qualcosa di buono la pioggia ce l’ha portata nonostante i malumori per questo tempo così scontroso: fioriture davvero generose!
Nell’aiuola dove da luglio a ottobre fioriranno gli anemoni giapponesi, ora è un trionfo di bianco, uno dei miei colori preferiti in giardino: le choisya, le camelie, le spiree, gli iris giapponesi, il viburno…

In alto il grande cespuglio di Choisya ternata e i rami arcuati di Spiraea thunbergii, in basso una camelia e Choisya Atzec pearl, meno fiorifera della ternata ma così delicata e graziosa

Choysia Atzec Pearl

Iris japonica

I narcisi bianchi nel prato fiorito

Una cascata candida: Spiraea thunbergii

Viburnum rhytidophyllum

E poi i rosa acceso e i viola di Lunaria annua, lillà, glicine, del Loropetalum chinensis che finalmente quest’anno è carico di fiori.

Un pò dappertutto nel mio giardino si sono autodiseminate le lunarie, sia rosa che violetto

Dialogo tra il lillà e il glicine

Loropetalum chinensis

Un’altra piacevole sorpresa: per la prima volta il calicanto estivo mi ha donato una fioritura ricchissima con i suoi fiori color cioccolato

Calicanthus fruticosus

 

Commenti (2)

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    Courtney Montoya

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    E’ nel 1930 che il magnate russo acquista dalla marchesa di Sant’Elia la proprietà chiamata “La Crocetta“, situata sul promontorio della Castagnola a Pallanza. Il lavoro d’impianto del giardino inizia con grandi opere di sbancamento e di modellamento del territorio, e prosegue con il reperimento e l’impianto di semi e piante provenienti da ogni parte del mondo. Un giardino variopinto e colorato, ideale e fuori dallo spazio, che ripropone le più grandi bellezze botaniche che il marchese aveva avuto modo di ammirare nelle varie parti del globo, in un unico ambiente. I lavori sono ancora in corso quando allo scoppio della seconda guerra mondiale il Capitano è costretto a lasciare l’Italia come cittadino di una nazione nemica. Deve così separarsi dal suo sogno, ancor prima di averlo visto compiuto. Formale intestatario della proprietà diventa l’amico e amministratore avvocato Cappelletto, che si impegna in una stringente lotta per la salvaguardia del complesso. Alla fine della guerra, il ritorno a Pallanza del Capitano, gli permette di raccogliere i propri sogni lì dove li aveva lasciati, e di portare a termine la sua monumentale opera. I cancelli di Villa Taranto vengono finalmente aperti al pubblico. Tutti possono così ammirare la Valletta, con l’impianto di irrigazione la cui acqua viene pompata direttamente dal lago; i giardini terrazzati, con le spettacolari fioriture di bulbose; le cascatelle; la piscina; le vasche per ninfee e fior di loto (il Capitano fu il primo a coltivarlo in Italia); il giardino d’inverno e il giardino palustre, con le loro fontane ornamentali e i giochi d’acqua. Insensibile al passare del tempo, il giardino è ancora aperto al pubblico e conserva tutta la sua originaria bellezza.

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Giardini in viaggio Laura Pirovano