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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Bergamo Maestri del paesaggio 2016: Lezione al vivaio Valfredda

Lespedeza thunbergii: un trionfo in questa stagione; dato il suo portamento fortemente arcuato sta molto bene in grandi vasi che ne valorizzano il suo aspetto.

Anche quest’anno ho seguito il seminario sulle erbacee perenni organizzato questa volta presso il belissimo vivaio, assolutamente ben curato con stupendi esemplari di graminacee in grandi vasi spettacolari.

Tre i relatori con interventi teorici e lezioni sul campo: Mauro Crescini, Fergus Garret, il capo giardiniere di Great Dixer il giardino di Christopher Lloyd e Annie Guilfoyle, garden designer.

Senza dubbio il contributo più interessante è stato quello del giovane Mauro Crescini, persona molto appassionata e ben preparata: un interventocon molte informazioni pratiche utili e preziose su: le piante e il loro ambiente; criteri di scelta delle piante: botanici e architettonici; desnità di impianto, irrigazione e manutenzione. Riguardo alla vita delle perenni e alla loro affidabilità il vivaio ha pubblicato nel suo bel catalogo un parametro di affidabilità che identifica le piante top, super affidabili, quelle affidabili e quelle parzialmente stabili.

Mi aspettavo di più da Fergus Garret che a mio parere si è un pò troppo soffermato nella presentazione delle immagini delle composizioni di Great Dixter a scapito della parte pratica che è stata molto interessante e meritava più tempo. Con Garret abbiamo assistito alla pratica realizzazione di un’aiuola utilizzando le piante in vaso del vivaio.

Fergus Garret predispone i vasi per comporre un’aiuola tipo: usando “long season plants”

L’aiuola prima dell’inserimento dei layers:piccoli bulbi, ellebori, allium e myosotis, solo per fare qualche esempio

Tra i concetti più interessanti espressi da Garret:
– il concetto di stratificazione attraverso l’inserimento successivo di piante nel disegno prendendo a modello la natura;
– uno schema di impianto non deve essere pianto ma avere delle ondulazioni in modo da permettere allo sguardo di andare su e giù per seguire i diversi contrasti di forme e colori;
– importante che le piante possano invadere le pietre di un camminamento in modo che sia più naturale;
– occorre costruire una comunità di piante, ben armonizzate tra loro per caratteristiche colturali e ornamentali ma è importante che le piante mantengano anche la propria individualità;

Più deludente Annie Guilfoyle, ottima comunicatrice, dalla quale mi sarei aspettata consigli di plant design e considerazioni sulla scelta delle piante per le loro caratteristiche architettoniche e ornamentali; invece ha parlato di giardini popup e io sono un poco stufa di giardini effimeri.

Ecco alcune immagini di piante nel vivaio (poche perchè ho avuto poco tempo di scattare foto)

Una bella macchia di Lippia nodiflora, una interessante alternativa al prato, con fiori rosa o bianchi; può essere calpestata, tollera anche un’ombra leggera, d’inverno diventa color ruggine.

Bella Phlomis anatolica, che non conoscevo!

Rubus tricolor

Verbena prostrata: un delicato disegno su un tronco.

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Giardini in viaggio Laura Pirovano