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Il blog di Laura Pirovano: appunti di viaggio, segnalazioni di giardini, proposte di plant design

Arte architettura e paesaggio in Islanda di Federica Raggio

Pubblico la prima puntata di una srie di articoli che Federica Raggio dedica al suo viaggio in Islanda di questa estate

E la natura plasmò arte e architettura.
È già tutto sotto i nostri sguardi, alla portata di chiunque, senza costi aggiuntivi o corsi di specializzazione.
È solo questione di osservazione, ascolto e interpretazione dei messaggi che la natura ci manda.
La sensibilità, certo, è madre del buongusto.
In Islanda, però, parecchie eccezioni sono ammissibili. Non si può neppure più parlare di buon gusto contro folli eccessi di cattivo senso estetico.
Quando la nebbia, che spesso occulta il paesaggio, si alza, gli scenari che ci si parano davanti agli occhi sono tra i più incredibili.
Si fatica a percepire come reale lo stato di veglia. Ci si deve schiaffeggiare per rendersi conto di non essere in un sogno, a metà strada tra il surrealista e il metafisico, nella migliore delle ipotesi.
A livelli più estremi, si arriva a ipotizzare che i pasti serviti in quegli accoglienti caffè di cui l’intera Nazione è disseminata, vengano conditi con droghe psichedeliche a lento rilascio.
E se questa è la quasi immediata percezione per noi comuni mortali, per animi artistici e più sensibili a profonde empatie con le nature del pianeta, l’Islanda diventa il luogo dove è lecito perdere il senso della misura, della direzione, l’intero baricentro sensoriale.
Trovandosi di fronte a certe architetture e opere d’arte, i primi giorni di viaggio si ha ancora sulle spalle una buona dose di quel senso critico e giudizio, che presto si rivela totalmente inutile e quasi fuori luogo.
In breve tempo, chilometri di altrettanto strabilianti forme di paesaggio danno la chiave di lettura alle opere umane.
E non si vede l’ora di poterci tornare, mal d’Islanda è al pari di mal d’Africa, chi lo avrebbe mai detto?

Ecco alcune immagini davvero straordinarie

Stykkishólms Kirkja
Anche per la Stykkishólms kirkja, la chiesa di Stykkishólmur nella penisola dello Snaefell, le ispirazioni al paesaggio sono, come dire, quasi scontate…
Ma attenzione, solo in Islanda delle architetture così azzardate, sono, appunto, degli azzardi e non degli scempi !
(il lago glaciale si chiama Jökulsárlón)

Stykkishólms kirkja

Stykkishólms kirkja

Stykkishólms kirkja: lago glaciale Jökulsárlón

Stykkishólms kirkja: lago glaciale Jökulsárlón

I corpi organici in movimento di dissolvenza elastica di Tony Cragg (Liverpool, 1949; vive a Wuppertal), assomigliano ai profili enigmatici pietrificati sulle scogliere islandesi.

Tony Cragg

Sculture di Ásmundur Sveinsson
Dai campi di lava sembrano uscire forme umane. Gli islandesi convivono con i trolls, esseri notturni che vivono tra le rocce; se all’arrivo della luce non rientrano alle loro dimore rischiano di essere trasformati loro stessi in rocce.

Ásmundur Sveinsson

Hallgrímskirkja e Harpa Concert Hall hanno nel dna la struttura delle formazioni basaltiche. La prima sembra generarsi dalla struttura di una cascata o di un geyser, la seconda è possente sul territorio come alcune formazioni rocciose.

Hallgrímskirkja

cascata Skaftafoss con la roccia basaltica, uno dei simboli di Islanda che ricorda un po’ la chiesa Hallgrims

Hallgrímskirkja

Harpa vetri

Harpa Cocert Hall Reykjavik

Commenti (1)

  • Avatar

    fulvia tramontano

    |

    mi sono innamorata di queste immagini inconsuete islandesi. Sono stata entusiasta di quest’isola nel mio unico viaggio lì ormai sei anni fa e dopo le sue foto di nuovo mi sento in animo di tornarci appena potrò… suggestiva la sua idea del mal’Islanda…
    grazie per le magnifiche immagini !
    fulvia

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